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"Lite tra due famiglie", l'ipotesi sul crollo del ballatoio: parla il testimone
23-07-2024, 16:52
È di 15 persone coinvolte; due morti e 13 feriti di cui 7 bambine; circa 800 persone sgomberate, il bilancio del crollo di un ballatoio di collegamento della Vela Celeste nel quartiere napoletano di Scampia, avvenuto ieri sera intorno alle 22.30. Non si conoscono ancora le cause, che dovranno essere accertate dalle indagini in corso. Intanto, la Procura di Napoli ha aperto un fascicolo contro ignoti per il reato di omicidio colposo e disastro colposo. Il ballatoio crollato, secondo i vigili del fuoco, era al terzo piano. La sua caduta ha determinato il cedimento anche dei ballatoi sottostanti. Il boato generato ha fatto riversare in strada molte persone, nel timore di ulteriori crolli. I vigili del fuoco hanno provveduto al recupero delle vittime e all'evacuazione dell'edificio oltre che al recupero dalle abitazioni di beni di prima necessità. I deceduti sono Roberto Abbruzzo, 29 anni, morto sul colpo, e Margherita Della Ragione, 35 anni, morta in nottata a causa dei gravi traumi riportati. Dei sette minorenni ricoverati in codice rosso nell'ospedale Santobono, a Napoli, due sono in rianimazione. Sono bambine di età compresa tra i due e i dieci anni. Gli adulti sono stati soccorsi presso tre ospedali napoletani, il San paolo, l'Ospedale del Mare e il Cardarelli, quattro donne e due uomini di età compresa tra i 23 e 53 anni. Uno di loro, un uomo di 29 anni è stato dimesso in mattinata. Il Comune di Napoli ha individuato una sistemazione temporanea, in attesa del completamento delle verifiche dei tecnici, nelle palestre delle scuole della ottava Municipalità, a cui fa riferimento Scampia. Come detto non si conoscono ancora le cause del crollo. Tuttavia secondo alcuni testimoni, il cedimento del ballatoio della Vela Celeste sarebbe avvenuto mentre era in corso un litigio tra due nuclei familiari. Secondo quanto riporta il Mattino il peso delle persone concentrato sul ballatoio potrebbe aver contribuito al crollo del manufatto già evidentemente danneggiato.
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