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Lo scrittore francese Houellebecq si racconta a Sangiuliano
Oggi 27-09-25, 18:18
“L'idea di romanzo è di creare i personaggi. La politica si può anche integrare alla narrazione, ma la cosa importante è l'individuo, con la sua storia. bisogna creare degli esseri umani. È l'aspetto bizzarro del mio lavoro: fabbrico esseri umani. Mi piace Pasolini, ma leggo spesso anche Moravia e Svevo”. Michel Houellebecq è una delle menti più raffinate ed eclettiche dei nostri tempi. Apprezzato in tutto il mondo per i suoi saggi e romanzi, che rappresentano una pietra miliare nel panorama letterario contemporaneo, il celebre scrittore francese ha rilasciato una lunga intervista all'ex ministro e giornalista Gennaro Sangiuliano, andata in onda su TV7, lo storico settimanale del Tg1. La situazione in Medio Oriente Provocatore geniale e sottile, Michel Houellebecq commenta l'attuale situazione in Medio Oriente, soffermandosi sul conflitto tra Israele e Palestina: “La Francia non è un Paese che abbia avuto grandi rapporti né con l'Ucraina né con la Russia. Invece Gaza ci riguarda molto più da vicino. La Francia è il Paese con la più grande comunità musulmana d'Europa e anche con la più grande comunità ebraica, quindi siamo direttamente coinvolti”. Negli ultimi mesi, molti scrittori si sono spesi in appelli pubblici: “Non mi piace molto, - rivela - non ho tanta voglia che uno scrittore che apprezzo esprima le sue opinioni, sembra che voglia convincere i lettori”. La storia e il fenomeno della globalizzazione Rispondendo a una domanda di Sangiuliano sugli ultimi grandi movimenti politici e ideologici che hanno segnato la storia del XX secolo, Houellebecq sostiene che “il liberalismo e il capitalismo hanno vinto”. “La storia del XX secolo è che un movimento rivoluzionario, chiamato capitalismo, ha modificato tutti i Paesi. - chiarisce - Né il fascismo né il capitalismo hanno avuto un futuro. Il capitalismo, invece, ha avuto un grande futuro e continua ancora ad averlo”. Più critico quando si parla di globalizzazione: “Non bisogna considerare che la globalizzazione sia necessariamente un male. - spiega lo scrittore - I Paesi hanno il diritto di agire egoisticamente, secondo i propri interessi, quindi di opporsi al libero scambio quando non è conveniente per loro. Non bisogna santificare l'idea, bisogna diventare egoisti quando conviene. Il libero scambio va bene quando conviene, altrimenti bisogna essere protezionisti”. Mutuando la visione di Oswald Spengler, ritiene che l'Occidente sia in decadenza: “Ha perso potere rispetto a molti anni fa. C'è un'atmosfera di decadenza,nichilista, che si è diffusa in Occidente. Non dipende né dall'economia né dal potere politico, è un'altra dimensione”. La Francia e il “politicamente corretto” Lo scrittore non fa mistero della sua insofferenza al “politicamente corretto”, che definisce “fastidioso”. “L'ho subito e l'ho subito ancora. - racconta - Il politicamente corretto è talmente povero come pensiero, che non vale nemmeno la pena criticare. Cade da solo”. Riguardo alle attuali tensioni in Francia, Houellebecq ha le idee molto chiare: “Negli ultimi anni si è verificata una perdita di valore del voto e questo ha provocato uno choc ai francesi. Il grande movimento degli ultimi anni sono stati i gilet gialli, un movimento apolitico, che si basa proprio sulla mancanza di rispetto di questo voto dei francesi”. E infine su Macron: “È un personaggio interessante, ma non lo capisco molto. Davvero, non so cosa pensare. - conclude - Non sembra avere convinzioni ben definite. In fondo, è difficile inquadrarlo”.
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