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Lotta ai clandestini, Meloni guida la coalizione dei 14. E ha il sì di Merz
Oggi 27-06-25, 09:54
L'Italia continua a essere il perno per la costruzione di una strategia europea di lotta ai flussi migratori irregolari. Lo conferma anche il Consiglio Ue che si chiude oggi a Bruxelles. Ieri, infatti, a margine della seduta dei Capi di Stato e di governo si è svolto un vertice dei Paesi più concentrati sul dossier. La Presidente del Consiglio Giorgia Meloni è stata, insieme alla collega danese Mette Frederiksen e all'olandese Dick Schoof, promotrice del mini summit, ormai diventato quasi una costante nei vertici europei. Oltre ai Paesi “organizzatori” e alla Presidente della Commissione Ursula von der Leyen, erano al tavolo i leader di Austria, Belgio, Cipro, Germania, Grecia, Lettonia, Malta, Polonia, Repubblica Ceca, Svezia e Ungheria. Una nota di Palazzo Chigi informa che la numero uno dell'Esecutivo Ue «ha illustrato i principali filoni di lavoro della Commissione in ambito migratorio, concentrandosi in particolare sullo stato di avanzamento dei negoziati relativi alle più recenti proposte legislative in ambito migratorio, a partire dal nuovo regolamento rimpatri». Nella nota, inoltre, si annuncia la convocazione di un Vertice della Coalizione Globale contro il traffico di migranti per il prossimo 10 dicembre a Bruxelles. E ancora: «oltre a esprimere soddisfazione per i risultati sinora raggiungi dal gruppo informale di Nazioni più interessare alle soluzioni innovative, il Presidente Meloni ha indicato alcuni nuovi filoni di lavoro, a partire dai seguiti della lettera aperta dello scorso 22 maggio in tema di convenzioni internazionali e loro capacità di rispondere alle sfide della migrazione irregolare». Sull'importanza di affrontare il tema si è pronunciato anche Dick Schoof, primo ministro olandese. La lotta all'immigrazione irregolare, ha affermato, «è una priorità assoluta per i Paesi Bassi». Ricordando che «stiamo già esercitando forti pressioni a livello Ue per ridurre l'afflusso di migranti e migliorare la politica di rimpatrio. Per raggiungere questo obiettivo- spiega ancora- dobbiamo collaborare con la commissione, gli Stati membri e i Paesi terzi». Nel frattempo, ancora ieri il quotidiano tedesco Sueddeutsche Zeitung anticipava, prima della fine del vertice, un bilaterale tra Meloni e Merz. Il vertice dei quattordici a margine del Consiglio Europeo conferma il ruolo portante dell'Italia su un approccio nuovo al tema migratorio, in cui si investe sulla dimensione internazionale e la collaborazione tra Paesi occidentali per affrontare il tema. È quanto accaduto, per esempio, al G7, con l'inclusione del punto sull'immigrazione nell'ordine del giorno proprio grazie all'impegno italiano. La particolare sintonia con Merz, inoltre, certifica quella sinergia politica che si va via via sviluppando tra conservatori e PPE, che vede nel contesto governativo italiano, con l'alleanza tra Fratelli d'Italia e Forza Italia, il fulcro in cui nascono i presupposti. Quello dell'immigrazione, affrontato a margine, più i dossier bellici all'ordine del giorno, quello Medio Orientale e in Ucraina, con la cornice della difesa, tema ancor più centrale dopo il vertice Nato de l'Aja, sono le questioni all'ordine del giorno del Consiglio Europeo, dove non manca la trattazione del dossier dazi. Ieri, sul piano medio orientale è stata impressa nelle conclusioni la richiesta del cessate il fuoco immediato a Gaza (evoluzione su cui ha lavorato l'Italia anche al G7). Sulla difesa, preso atto della necessità di un sistema comunitario per dare soggettività politica alla stessa unione, viene fissato l'obiettivo di compilare una tabella di marcia, da presentare a ottobre, che guardi al 2030. Ancora non è stato individuato il percorso per trovare le risorse utili a implementare il piano Rearm. Sulla questione ucraina, la sessione ha visto l'intervento in videocollegamento di Zelensky, con il diciottesimo pacchetto di sanzioni sul tavolo. Per quanto riguarda la questione commerciale, la cena ufficiale tra i leader ha fornito l'occasione per affrontare il tema, considerando che la data del 9 luglio (scadenza delle sospensioni delle tariffe americane) si avvicina. Proprio ieri la Casa Bianca ha evocato un possibile rinvio, anche se Trump ha minacciato di alzare i dazi alla Spagna qualora non dovesse rispettare l'obiettivo del 5% del Pil in spese militari.
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