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Lovati smascherato da Corona: che succede nello studio di Giletti
Oggi 21-10-25, 08:09
È ancora tensione alta a Lo Stato delle Cose, il talk show condotto da Massimo Giletti, che nell'ultima puntata è tornato a occuparsi del caso del Santuario della Madonna della Bozzola e delle polemiche legate al controverso personaggio di “Jerry la Rana”, emerso durante un'intervista dell'ex avvocato di Andrea Sempio, Massimo Lovati, rilasciata a Fabrizio Corona nel podcast Falsissimo. Nel filmato, Corona rinfaccia a Lovati le sue precedenti dichiarazioni: "Hai detto che ti ho proposto un film, ‘Jerry la Rana'. Quella tua dichiarazione è una delle cose più geniali che io abbia mai visto." Lovati, in evidente imbarazzo, ammette: "Che cosa potevo dire?", lasciando intendere di aver inventato tutto. Poi si giustifica: "Se avessi saputo che sarebbe scoppiato un caos del genere, non ti avrei nemmeno ricevuto. Ma pensavo fossi un amico." Corona replica secco: "Il lavoro è lavoro. Tu fai l'avvocato, io faccio questo." Ma Lovati, ormai contrariato, accusa: "Mi hai combinato un disastro. Se te ne fossi stato buono e tranquillo, nulla sarebbe successo." Rientrati in studio, Massimo Giletti prende la parola, visibilmente colpito dalla piega degli eventi: "Scusate…", ma Lovati lo interrompe per chiedere di fare una premessa. Il conduttore lo stoppa: "No. Lei mi è simpatico, però Ilenia… ho sentito bene?". Interviene allora la giornalista Ilenia Petracalvina, che precisa: "Jerry la Rana' non esiste, era l'avvocato che parlava." Lovati, però, tenta di spostare il focus, accusando la trasmissione di non aver mandato in onda una parte del video in cui lui avrebbe chiesto a Corona: "Di che ordine sei?". Giletti, visibilmente infastidito, ribadisce il punto: "A noi interessa che lei aveva detto che le avevano offerto una parte in una fiction. Ora dice che se l'è inventato. È questo il punto". Lovati si difende: "Io sono trasparente, sincero e amo la verità. Quello che dico è vero. La retorica impone, a volte, di dare ragione anche agli asini." Petracalvina incalza: "Quindi Corona è un asino? Ma non era suo amico?". Lovati risponde: "Solo in quel momento. Bisogna distinguere." Il clima si scalda. Giletti, esasperato: "È un asino che vola? Qui mi sembra voli troppa fantasia, eh!". Lovati replica, spostando l'attenzione sul ruolo dei media: "Il giornalismo deve essere separato dal teatro, dall'istrionismo e dalla voglia di Corona di fare il mattatore". Ma Giletti lo richiama all'ordine: "Qui stiamo parlando di un delitto orribile, quello di Chiara Poggi. Lei aveva un ruolo cruciale nella difesa di Sempio. Non si può giocare con Jerry la Rana". Lovati alza i toni: "Devo piangere per 18 anni? Posso anche ridere ogni tanto! A me piace il teatro." Petracalvina lo rimprovera: "Ma lei ci ha rimesso il mandato. Non difende più Sempio." Lovati, però, spiega: "Andrea mi ha detto che la scelta non era legata a Corona. Voleva una strategia processuale diversa. Dice che ho offeso i magistrati, ma non è vero. Se mi ha mentito, non lo so." La giornalista lo punge ancora: "Forse non voleva un avvocato che lo difendesse in quel modo…" Lovati chiude con un'affermazione che spiazza: "Io non parlo mai con i miei clienti. Li capisco a prima vista, guardandoli negli occhi. Sempio è innocente ed estraneo ai fatti."
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