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Lucano fermato dalle commissioni elettorali. E lui attacca: "Avanti lo stesso"
Oggi 09-09-25, 12:08
Arriva il disco rosso per Mimmo Lucano. La commissione elettorale di Reggio Calabria ricusa la candidatura del sindaco di Riace. Un provvedimento adottato pure da quella di Cosenza, essendo l'europarlamentare capolista in tutte e tre le circoscrizioni. La mossa "acchiappavoti" di Fratoianni e Bonelli, dunque, potrebbe saltare sin dal principio. Il primo cittadino non sarebbe candidabile per la famosa Severino. L'articolo 7 di questa legge, infatti, impedisce di correre alle regionali «coloro che sono stati condannati con sentenza definitiva alla pena della reclusione, complessivamente superiore a sei mesi per uno o più delitti commessi con abuso di potere». Considerando che lo scorso febbraio è diventata definitiva la condanna a 18 mesi di reclusione per un solo falso in atto pubblico, l'amministratore non potrebbe essere della partita. Non gli basterebbe essere stato assolto per tutti gli altri reati a lui contestati. L'unica ancora di salvezza per il primo cittadino resta il solo comma 1 lettera D della norma che non indica l'articolo del reato per cui è stato condannato Lucano. La notizia, intanto, non lascia indifferenti i compagni della Calabria. Fernando Pignataro, segretario regionale di Avs, ad esempio, parla di «atto politico» per impedire la discesa in campo di uno dei volti più amati dell'universo progressista. Gli stessi leader della formazione, nella giornata di sabato, dovrebbero tenere una conferenza per spiegare la propria posizione sulla questione. A intervenire su quanto accaduto, intanto, è lo stesso Lucano, che annuncia il proprio ricorso alla Corte d'Appello, come rivelato anche dal suo avvocato Andrea Dacqua. Rivela, intanto, come tale situazione gli abbia spento l'entusiasmo, venuto fuori nel momento in cui annunciava la propria discesa sui social: «In ogni caso continuerò a sostenere con fortissima convinzione la lista di Avs e il candidato alla presidenza della Regione Tridico. Mi sono speso per l'unità del centrosinistra e per gli ideali che Pasquale rappresenta. Per la prima volta siamo tutti uniti. Andiamo avanti comunque». Detto ciò, l'eurodeputato parla di «un filo conduttore» che per lui «inizia tanti anni fa con la vicenda penale, continua con la decadenza, con la legge Severino e si conclude con l'epilogo di questi giorni per quanto riguarda la partecipazione alle regionali».
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