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L'ultimo mortaretto di Elly Schlein, scompare l'ordine del giorno sulle primarie
Oggi 03-12-25, 21:35
Prima il mortaretto, poi le reazioni, e infine la ritirata. In pratica l'ultimo fuoco d'artificio lanciato dal Nazareno, arenato sugli scogli senza esplodere. Il classico “c'ha provato, ma nun c'è riuscita”. Cronaca di un'altra giornata vissuta pericolosamente dalle parti del Pd. Premessa, nei giorni scorsi lady Franceschini, alias Michela De Biase, alla convention del correntone a Montepulciano lo aveva annunciato: “All'assemblea nazionale proporrò un ordine del giorno per stabilire che Elly Schlein sarà l'unica candidata dem alle primarie di coalizione”. Un'idea bislacca, le primarie non sono convocate, e non c'è neanche una coalizione formalmente definita, che però conquista il tortellino magico che affianca la segretaria. Tanto che ieri mattina l'assemblea nazionale viene convocata per il 14 dicembre (guarda caso in coincidenza con la chiusura di Giorgia Meloni a Atreju) e fonti qualificate del partito danno per certa la votazione sull'ordine del giorno. Passano pochi minuti e la minoranza si agita. “È come scegliere il divano, gli elettrodomestici a incasso, e la libreria da quattro metri, senza avere ancora una casa in cui metterli”, dicono in Transatlantico, incerti se ridere o strapparsi i capelli. Poi decidono di passare all'attacco e nel primo pomeriggio mandano alle agenzie un comunicato di fuoco, evocando non proprio il più fortunato dei precedenti: “Sembra un enorme stai serena, Elly”. Correva l'anno 2014, a gennaio il neo segretario del Pd Matteo Renzi (era stato eletto il mese prima dalle primarie) mandò a dire al suo collega di partito che risiedeva a Palazzo Chigi: “Enrico stai serena”. Esattamente 20 giorni prima di affondare il suo esecutivo. Comprensibile che da allora l'espressione non sia esattamente un buon viatico, soprattutto per chi frequenta il Nazareno. Poi altro fiele: “Il messaggio che ne esce è che Schlein non si fida del partito e quindi serve un passaggio formale per blindare la sua leadership di coalizioni”. Un eccesso di zelo, che reputano inutile: “è già previsto nello Statuto del partito, quindi rafforzarlo con un ordine del giorno implica che la segretaria ora non è blindata: e questo, di fronte agli alleati del M5s, la indebolisce”. Anche perché - si fa filtrare - al momento non si sa quale sarà la legge elettorale, quindi se le primarie ci saranno. Si arriva a metà pomeriggio quando i componenti dell'assemblea nazionale ricevono da Roma il seguente messaggio: “Carissima, carissimo, l'Assemblea nazionale del Partito Democratico e' convocata il 14 dicembre 2025 presso l'Auditorium Antonianum”. E poi: “Questo l'ordine del giorno: Relazione della Segretaria, Rendiconto sulla gestione amministrativa e 2X1000. Cordiali saluti”. Insomma il dirompente ordine del giorno sparisce. D'altra parte non è la prima volta che Elly Schlein prova l'assalto, per poi fare marcia indietro. Successe nel 2024, pochi mesi prima delle elezioni europee, quando la segretaria aveva pronta una mozione per inserire il suo nome nella lista del Pd. Successe un finimondo e alla fine l'incauta ci ripensò. Stavolta la voglia di chiudere la partita interna è ancora più forte. E dire che la segretaria nell'assemblea del 14 annuncerà un ulteriore allargamento della sua maggioranza con l'arrivo di Stefano Bonaccini, Alessandro Alfieri, Dario Nardella, Anna Ascani, Marco Meloni. In pratica il plebiscito è alle porte. Il “Macbeth” del Nazareno però ha una sola ossessione: chiudere ogni fessura che possa sostenere la corsa di Giuseppe Conte. Un altro indizio: l'assemblea nazionale convocata lo stesso giorno in cui la premier salirà sul palco di Atreju. A caccia di quei famosi “15 minuti di celebrità” in simultanea televisiva.
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