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M5s e Avs zitti su Hijazi. E spuntano i post del suo avvocato contro il governo
Oggi 04-08-25, 07:21
Silenzio assordante da parte di Movimento 5 Stelle e Avs sulla questione controversa e inquietante che noi de Il Tempo abbiamo denunciato: la presenza alla Camera di un uomo considerato vicino ad Hamas. Silenzio talmente forte che la Ascari, protagonista principale, colei che ha invitato Sulaiman Hijazi alla Camera, quando l'abbiamo chiamata per «farle due domande», ha liquidato il tutto con un «No la sa luto» attaccando il telefono. E adesso spuntano i post social di Luca Bauccio l'avvocato del foro di Milano che venerdì ha annunciato la querela contro Il Tempo dicendo che il suo assistito è stato diffamato. «Avete permesso a dei pazzi di incendiare il mondo. Ammazzare bambini. Distruggere ogni cosa. Questa pazzia verrà a bussare alle vostre porte e chiederà dei vostri figli. Non vi basterà chiamare la questura, né far sequestrare qualche bandiera. Quando toccherà il vostro turno, sarà il vostro turno. Maledetti pavidi e servi. Solo una rivoluzione ci può salvare», scriveva poco più di un mese fa utilizzando esattamente il termine rivoluzione. Ma ha anche postato una foto con su scritto che «bombardare Gaza per sconfiggere Hamas e come bombardare la Sicilia per sconfiggere la mafia. O sei cretino o sei un criminale», eppure la distruzione di Hamas dovremmo augurarcelo a tutti. Ma suggerisce anche che «bisogna provare vergogna per come siamo diventati», sotto una foto che ritrae la Premier con accanto Benjamin Netanyahu. Giorgia Meloni che sembra essere il suo bersaglio preferito: «Vai a Gaza se hai ancora un po' di dignità politica», scrivendo Gaza al posto di Bibbiano. E, proprio su Bibbiano, attacca la premier sostenendo che «a lei dei bambini non importava nulla. Né di quelli di Bibbiano né di quelli di Gaza. Ci vorrebbe un processo Norimberga per questi complici di criminali. Complici di prepotenti e usurpatori, si ritrovano sempre dalla parte della prevaricazione. Sono nati con la vocazione del male». Siamo stati noi a infangare l'immagine di qualcuno, o forse l'avvocato ha utilizzato termini che vanno al di là dell'espressione dell'opinione personale? Dire che «Italia e Germania come nel 1938 Uniti. Ieri contro gli ebrei. Oggi contro i palestinesi. Vergogna. Ci vuole una rivoluzione», chiamare il vicepremier Antonio Tajani «il genio ministro degli Esteri italiano buono a nulla ha "chiesto chiarimenti". Che idiozia. Verrete ricordati come la classe politica più imbelle, supina, mediocre e criminale della storia», siamo certi che rientri nel diritto di critica? E ancora: «Perché vi meravigliate del silenzio degli eredi di Benito sul genocidio a Gaza? Hanno taciuto per decenni sugli orrori del nazismo e fascismo. A loro piace tacere sui crimini di guerra. A loro piacciono i tiranni sanguinari». Per non parlare del fatto che definisce Giorgia Meloni «ignorante. Una con il diploma alberghiero sarebbe perfetta a capo di una cucina o di una locanda (è già tanto per lei), ma addirittura Presidente del Consiglio... pietà», fino al punto più basso raggiunto nel momento in cui posta una foto della premier che, con in braccio la figlia di spalle, faceva gli auguri di Natale agli italiani. In quel momento ha sentito il bisogno di commentare scrivendo «carissimi saluti da Gaza. Donna madre e italiana». Ma tra i bersagli c'è anche il vicepremier Matteo Salvini: «Amici, profughi, migranti, ultimi della terra e primi in paradiso. Dobbiamo avere fiducia. Quest'uomo ha portato sfiga a chiunque egli abbia appoggiato e così sarà anche questa volta», sotto una foto in cui il leader della Lega indossava una mascherina con scritto Trump. E, a proposito di Trump, in una foto che ritrae il tycoon accanto a Meloni, ha scritto nella didascalia a descrizione dell'immagine: «Foto di tiranno con servitù». Ma ha anche una visione molto particolare sul radicalismo jihadista, avendo in passato proposto alla Camera «l'abolizione della parola jihadista dalla legge. Jihad è una parola positiva, è una parola buona». Lui, che è considerato «il difensore dei musulmani», ha rappresentato l'unione delle comunità islamiche in Italia e come parte civile la moglie di Abu Omar nel processo contro i suoi sequestratori, nonché islamici accusati di terrorismo, ed è stato storicamente vicino anche a Davide Piccardo, il cui padre Hamza Roberto Piccardo è uno dei cofondatori dell'UCOII.
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