s
Malattia in Congo, i dubbi di Ciccozzi sul caso di Lucca: "Nessuna diagnosi"
10-12-2024, 17:23
Mancano risposte certe sulla malattia misteriosa che in Congo sta causando vittime. Sono in corso test di laboratorio ed è al vaglio degli esperti l'ipotesi che a determinare i numerosi decessi siano stati più fattori. È quanto indica il bollettino dell'Oms sulla situazione nello stato africano nel quale si riferisce anche che "la malaria è una malattia comune". Intanto è nata una task-force del ministero della Salute che seguirà gli sviluppi delle situazioni del virus, la cui natura è ancora tutt'altro che chiara. "Non sappiamo ancora nulla. I dati ci arrivano frazionati e male; ben venga che l'Oms abbia mandato una delegazione in loco per studiare a fondo la situazione, sono convinto ne verranno a capo", ha dichiarato ai microfoni di Radio Cusano il Prof. Massimo Ciccozzi, epidemiologo del Campus Biomedico. Un dato da non sottovalutare, secondo l'esperto, è che "la malattia proviene da un distretto remoto del Congo, dove non c'è sanità e solo il 3 o 4% della popolazione ha accesso alle cure". Stando ai dati, emerge poi che "la maggior parte dei decessi è di bambini". Per quanto riguarda il caso del ricoverato a Lucca proveniente dal Congo, "si parla di paziente dimesso e guarito, ma non è stata fornita alcuna diagnosi. Senza una diagnosi clinica al momento difficile da fare, e senza una diagnosi di laboratorio su cui potremmo fare affidamento solo dopo i risultati dei test sul paziente, non capisco da cosa si sia guarito il paziente", ha voluto precisare Ciccozzi. La malattia, al momento, sembra colpire i più giovani. A cosa può essere ricondotta questa tendenza? "In mancanza di dati certi è difficile esporsi sul perché. Come detto non sappiamo di cosa parliamo, dire che la fascia più colpita va dai 15 ai 18 anni non vuol dire nulla. Con quelle condizioni igienico sanitarie, un virus con un sistema respiratorio già danneggiato e quelle condizioni di anemia causate da, per esempio, una carenza nutrizionale possono determinare una situazione del genere", ha dichiarato il professore dopo aver ribadito di sperare "che l'Oms potrà dirci di più, se è un virus o un batterio. Per ora senza una diagnosi precisa, non si può dire altro. Noi dal canto nostro non dobbiamo fare allarmismo, ma abbiamo il compito di monitorare la situazione".
CONTINUA A LEGGERE
2
0
0