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Mamdani fa litigare Conte e Schlein con la super tassa: smontata la patrimoniale
Oggi 08-11-25, 08:21
L'eterna sfida, Tom il gatto prepara le sue trappole e Jerry il topo all'ultimo minuto riesce a svicolare. Un po' come succede tra Elly Schlein e Giuseppe Conte, un po' alleati quando serve a Jerry, quasi amici per il resto del tempo. «Siamo progressisti indipendenti», sbottò l'ex presidente del Consiglio all'ennesima domanda sullo stato dei rapporti con il Nazareno. La tattica è sopraffina, quando lei rilancia una proposta che dovrebbe appassionare il campo largo, lui, zitto zitto la smonta. Premessa: da qualche giorno la segretaria dem ha scoperto di avere un parente stretto a New York, il nuovo sindaco Zohran Mamdani. Se lui può lanciare la sfida alla Casa Bianca, lei può fare altrettanto con Palazzo Chigi. E nel frattempo sull'onda dell'emulazione, tradurre le sue proposte. Quello che ha fatto giovedì: «Siamo a favore di una tassazione a livello europeo sulle persone che hanno milioni a disposizione, sui miliardari». Qui sorgono i problemi, perché l'astuto topo di via di Campo Marzio ha fatto passare qualche ora, e poi ha rimesso in movimento il suo naturale istinto predatorio. «La patrimoniale?», gli chiedono a bruciapelo in collegamento con l'Aria che tira, «L'ho valutata, lo confesso, anche da presidente del Consiglio, alla fine non è risolutiva. Questi grandi patrimoni super tassati non daranno grandi risorse da riutilizzare per l'emergenza che abbiamo oggi». In pratica un modo elegante per dire che è una fesseria. L'avvocato continua per la sua strada: «Perché buttiamo soldi in armi?». E dire che la ricetta del neo primo cittadino della Grande Mela ha aperto il cuore anche di Alleanza Verdi e Sinistra. Entusiasta il capogruppo a Palazzo Madama Peppe De Cristofaro, racconta: «Presenteremo emendamenti alla manovra per introdurre una tassa sui grandi patrimoni. La maggioranza degli italiani li vogliono». Nel coro si distingue l'eurodeputata Ilaria Salis: «Mamdani mi piace molto, la sua elezione deve essere un esempio anche per l'Italia». Per il gatto del Nazareno però i guai non vengono mai da soli. O meglio presto i problemi potrebbero raddoppiare. Secondo BiDiMedia la sindaca di Genova Silvia Salis (al 32%) risulterebbe la candidata preferita dagli elettori del cosiddetto campo largo come sfidante di Giorgia Meloni, nel caso di eventuali primarie di coalizione. Ad un'incollatura (31%), il leader del M5S, che confermerebbe comunque la sua competitività. Dietro a pedalare Elly Schlein ferma al 27%. Le rilevazioni si susseguono mettendo in evidenza ciò che nel Pd si pensa ormai da diversi mesi: la segretaria ha smesso di incantare. Un segno inequivocabile viene proprio dalla crescente simpatia che riscuote l'ex lanciatrice di martello, oggi sindaca della città della Lanterna. Ospite sempre più frequente di talk show nazionali, come notano preoccupati i fedelissimi del Nazareno. «Rivale della Salis? Macché è il patriarcato che ci racconta una contro l'altra», ha provato a dissimulare Elly. La realtà, raccontano, è che la segretaria è molto preoccupata: se alla fine la strada delle primarie sarà obbligata, sa che per lei può finire male. Un po' quello che capita nel cartone animato, quando Jerry chiama Bulldog per picchiare Tom.
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