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Manfredi l'astro nascente del cespuglio centrista. Calenda fa fuori Di Fenza
Oggi 09-08-25, 10:10
È l'astro nascente sbocciato all'ombra del Vesuvio, il protagonista da rotocalco della fantapolitica sotto l'ombrellone. Con un punto vero acquisito in Campania: è lui l'ostinato regista dell'operazione Roberto Fico a Palazzo Santa Lucia, fantascienza che sta diventando realtà. Così ora da sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, sogna il lancio nazionale, il novello Romano Prodi che si intesta la cosiddetta quarta gamba. O tenda riformista, in pratica l'accampamento dei centristi, sotto la triade Schlein, Conte e Fratoianni. Insomma un «lavoraccio», che non ha portato fortuna a Beppe Sala che si misurò l'anno scorso nell'impresa. Per poi desistere, cosa peraltro capitata anche a mister tasse, Ernesto Maria Ruffini, partito per rilanciare l'Ulivo e scomparso cammin facendo. I bene informati ora rilanciano una suggestione: il cespuglio si farà con un tris nuovo di zecca. In pratica Gaetano Manfredi accompagnato dalla sua collega di Genova, Silvia Salis, e l'ex ministro del M5S, oggi leader di «Primavera», Vincenzo Spadafora. Il primo cittadino di Napoli, a dire il vero, ha ancora qualcosa da mettere a posto, nel campo largo che affronterà le elezioni regionali in Campania a novembre. Un'alleanza, che giorno dopo giorno, assume i connotati di una pantomima. Ieri, ad esempio, è tornata a far parlare di se, la regina di una domenica a Roccaraso, la tiktoker Rita De Crescenzo (vicina al M5S). L'influencer, scrivono così le agenzie, si è materializzata nell'ufficio del consigliere regionale Pasquale Di Fenza (Azione), accompagnata dal suo «collega» Angelo Napolitano. L'intenzione era quello di allestire un siparietto propagandistico, alla fine è finita in un disastro comunicativo. Tanto che Carlo Calenda è costretto ad espellere il suo consigliere: «Questo buffone che usa gli uffici del consiglio Regionale per pantomime indecenti con personaggi improbabili e variasse varie, viene espulso da Azione con effetto immediato. Mi scuso con gli elettori». Il campo largo è alle prese con un problema di coscienza più assillante: Vincenzo De Luca. Il «diabolico» governatore che è riuscito a restare protagonista, anche senza poter essere candidato (per il terzo mandato). L'accerchiamento dello sceriffo e' stato da manuale: se volete mandare avanti l'ex Presidente della Camera dovete passare da me. Un contratto onerosissimo: un paio di assessorati, due liste in coalizione, la consegna chiavi in mano del Pd regionale al figlio Piero. Un bonus che alla «cassa» corrisponde ad una cifra importante, in termini di consiglieri eletti fedelissimi all'ex Sindaco di Salerno. In pratica la capacità di condizionare Roberto Fico, con tanti saluti ai numerosissimi detrattori di stanza al Nazareno (a partire dall'eurodeputato Sandro Ruotolo). Insomma crisi di coscienza a go go: come è potuto succedere, si chiedono straniti gli intellettuali della gauche napoletana. Un disagio che non riguarda l'astro nascente, l'ex ministro dell'Università, ed ex rettore della Federico II Gaetano Manfredi con la testa ormai a Roma.
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