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Mastella e l'ipotesi “ribaltone” anti Fico. E ora la sinistra trema
Oggi 22-10-25, 11:02
Il patto del Sannio. Quello che fino a qualche mese sembrava utopia, adesso potrebbe diventare la realtà. Clemente Mastella, sindaco di Benevento, deluso dai continui litigi tra il governatore De Luca e il suo aspirante successore Roberto Fico, potrebbe emulare il maestro Ciriaco De Mita e nella notte di venerdì, prima della presentazione delle liste, cambiare schieramento, proprio come fece l'ex primo cittadino di Nusco quando lasciò Caldoro per sposare la causa deluchiana, dando vita al famoso accordo di Marano. La giravolta, adesso, potrebbe essere all'incontrario e non sarebbe neanche tanto sorprendente, considerando il passato di un amministratore, che ha poco o niente di sinistra. Nel capoluogo sannita, intanto, spunta più di un semplice indizio a riguardo. Nei primi manifesti elettorali, tesi ad annunciare la discesa in campo di Pellegrino Mastella, figlio dell'ex ministro, non compare il nome di Roberto Fico. Nessun riferimento al candidato presidente, né a quel progetto politico che vede insieme Pd, M5S, Iv e compagni vari. Ecco perché più di qualcuno ha pensato come lo sfogo ai taccuini del Corsera, in cui il politico di Ceppaloni diceva di essersi scocciato di questo «continuo bisticcio», potrebbe essere più di un semplice avvertimento. Un arrivo, d'altronde, che a destra non dispiacerebbe affatto. Giampiero Zinzi, coordinatore regionale della Lega, ad esempio, chiede ai suoi di perdonare Clemente. Ancora più esplicito il deputato del Carroccio Gianluca Cantalamessa che, al Tempo, spiega come «qualsiasi persona moderata e di buon senso che ha difficoltà a sostenere Fico, il nulla assoluto da un punto di vista politico, è la benvenuta nella coalizione di centrodestra. Auspico che Mastella e tanti altri centristi delusi dal profilo indicato dalla sinistra vedano in questo progetto un'opportunità e preferiscano cambiare rotta rispetto a una recessione sicura per la Campania». Ecco perché, dopo i passaggi dell'assessore uscente Nicola Caputo e del consigliere Giovanni Zannini tra le file di Forza Italia, non sono da escludere altri arrivi last minute dal folto contingente moderato, compreso quel Guardasigilli che già una volta ha fatto cadere un governo del campo largo, allora chiamato Unione. A far precipitare la grande accozzaglia progressista, inoltre, ci sarebbero le notizie poco confortanti provenienti dai sondaggi. Secondo un'ultima rilevazione, diffusa da Affari Italiani, Edmondo Cirielli sarebbe al 47%, ovvero a tre punti dallo sfidante Roberto Fico. Ciò significherebbe che quel gap di oltre dieci punti, di cui erano certi gli studiosi di statistiche, è ormai acqua passata e, al contrario, gli sfidanti potrebbero giocarsela per una manciata di voti. Finanche quel gruzzolletto di consenso, raccolto da Alternativa Popolare, a caccia di influncer (dopo Maria Rosaria Boccia spunta anche Luigi Giggiolone, noto per il format virale Buongiorno Pescheria), alla fine, potrebbe rivelarsi decisivo. E se la coalizione meloniana davvero riapre la partita per Palazzo Santa Lucia, dato per certo alla vigilia al duo Conte-Schlein, avrebbe davvero fatto "tredici", considerando che parliamo di una vittoria che, in termini di valore assoluto, va ben oltre quanto accaduto nelle Marche e in Calabria. Una cosa è certa, adesso è un'impresa possibile e non un sogno, come diceva qualcuno quando si parlava ancoradi terzo mandato dello “sceriffo”. Il veterano De Luca, stanco di brutte copie del reddito di cittadinanza e listini etici, nei fatti, concede un'autostrada al suo conterraneo Cirielli, tant'è che in molti, tra i suoi, s'interrogano: «Non è che il furbo Vincenzo ha fatto lo scherzetto all'inesperta Elly dal Nazareno».
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