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Maxi blitz in un campo nomadi di Roma: presa la banda responsabile di 46 tra furti e rapine
Oggi 24-11-25, 18:54
Maxi blitz dei Carabinieri del Nucleo Operativo della compagnia di Roma Parioli, che stanno eseguendo un'ordinanza che dispone l'arresto per 18 persone. L'indagine, diretta dai magistrati del Dipartimento Criminalità diffusa e grave della procura di Roma, ha consentito di portare alla luce un gruppo criminale composto da soggetti di etnia rom del campo nomadi di via dei Gordiani, accusati, a vario titolo, di essere i responsabili di almeno 46 episodi accertati tra furti e rapine, oltre, in alcuni casi, ai correlati reati di sequestro di persona, ricettazione, danneggiamento e incendio. Nonostante gli arresti eseguiti nel corso dell'indagine per frenare la pericolosa scia di violenza registrata, gli indagati si riorganizzavano con estrema velocità, reclutando nuove leve. Le rapine in abitazione, destanti particolare allarme sociale, hanno visto spesso coinvolti anziani svegliati di soprassalto o sorpresi mentre guardavano la tv, minacciati — in una circostanza anche con una pistola — e costretti a consegnare tutto quello che possedevano, perlopiù in ore pomeridiane o serali. Diversamente, taluni degli indagati sono indiziati di furti in danno di esercizi commerciali quali sale giochi o bar tabacchi. Durante i colpi gli indagati rimanevano in costante contatto telefonico, consentendo ai Carabinieri che li intercettavano di ascoltare in sottofondo anche le voci e le urla delle vittime indifese. Durante le indagini sono emersi gravi elementi indiziari sul fatto che alcuni colpi fossero stati organizzati nei minimi dettagli con la regia telefonica di un uomo di etnia rom, detenuto presso il carcere romano di Regina Coeli. Delle 18 ordinanze eseguite, 15 sono in carcere, 2 ai domiciliari e 1 riguarda il Tribunale per i Minorenni di Perugia, che ha disposto l'arresto anche per un minorenne. Si tratta di un'indagine “voluta”, che ha coinvolto tutte le stazioni dei Carabinieri, poiché il fenomeno era diventato un vero e proprio allarme sociale. La strategia è stata condivisa dal prefetto di Roma Lamberto Giannini. L'indagine, avviata nel settembre 2024 dopo una rapina nel quartiere Nomentano e conclusa nell'aprile 2025, è stata condotta con l'ausilio di intercettazioni, telecamere investigative, analisi di tabulati telefonici e numerosi servizi di osservazione, pedinamento e controllo. Ha consentito di raccogliere gravi elementi indiziari sull'esistenza di un gruppo criminale dedito ad azioni predatorie in abitazioni e in esercizi commerciali. Gli indagati, perlopiù dimoranti in Italia senza fissa dimora e con precedenti, sono accusati di essere i responsabili di almeno 46 episodi accertati tra furti e rapine, oltre ai correlati reati di sequestro di persona, ricettazione, danneggiamento e incendio. Quindici uomini sono stati associati alle case circondariali di Roma e Rieti, dove alcuni risultavano già ristretti poiché destinatari di misure detentive legate ad analoghi procedimenti; indagate anche due donne, sottoposte agli arresti domiciliari con controllo elettronico; un minorenne è stato condotto presso l'Istituto di detenzione per minori “Virginia Agnelli” di Roma. Le misure cautelari odierne si aggiungono agli ulteriori 11 provvedimenti restrittivi — 7 fermi di indiziato di delitto, 1 arresto in flagranza e 2 ordini di carcerazione — già adottati per tentare di frenare la scia di violenza. Gli indagati, tuttavia, non esitavano a riorganizzarsi rapidamente, arruolando nuove leve. Le indagini dei Carabinieri della compagnia Roma Parioli, dirette dal procuratore aggiunto Giovanni Conzo, si sono concentrate soprattutto sul fenomeno delle rapine in abitazione, che ha destato forte allarme sociale: gli episodi hanno coinvolto spesso anziani svegliati nel sonno o sorpresi davanti alla tv, minacciati — talvolta con una pistola — e costretti a consegnare i propri averi. Le aggressioni, perlopiù in ore pomeridiane o serali, dimostravano come gli autori non temessero di irrompere in case abitate. In alcuni casi, gli indagati, utilizzando potenti autovetture prese a noleggio con contratti intestati a prestanome o veicoli rubati, sono indiziati di aver commesso fino a tre colpi in un solo giorno, rivelandosi pronti a tutto pur di ottenere denaro, monili e beni di valore. Tra gli episodi contestati figurano decine di furti in abitazioni nei quartieri residenziali di Roma e provincia, rapine ai danni di un'anziana dell'Eur picchiata e ricoverata in ospedale, di un'altra anziana del quartiere Trieste chiusa in casa per quasi due ore dopo la rapina, e di un giovane di Torre Spaccata sorpreso nel sonno e minacciato con un coltello. Di notte, alcuni sono indiziati di aver compiuto furti in esercizi commerciali — soprattutto sale giochi e bar/tabacchi del quartiere Casilino — da cui venivano asportate macchine cambiamonete contenenti migliaia di euro, poi aperte con scasso nel campo nomadi. Registrato anche il furto di una supercar ancora caricata su una bisarca, poi incendiata per eliminare le tracce dopo usi illeciti. Un'ulteriore rapina, avvenuta in un supermercato della provincia di Roma, avrebbe avuto la regia telefonica dell'uomo detenuto a Regina Coeli. Gli indagati, forti del supporto dei dimoranti del campo, dopo i colpi rientravano nell'insediamento per spartire beni e denaro. Durante le azioni restavano in costante contatto telefonico con il “palo”, e proprio queste intercettazioni, unite all'analisi delle voci e degli spostamenti, hanno permesso di raccogliere gravi indizi di colpevolezza. In più occasioni, nelle registrazioni, sono state udite le voci delle vittime, suscitando forte allarme anche negli investigatori.
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