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Maxi-frode per azzerare i bonus cultura per i neo-maggiorenni. Scoperta la truffa da 400mila euro
Oggi 06-10-25, 11:33
I malviventi trovano sempre nuovi modi di agire al fine di raggiungere i loro malevoli obiettivi. Oggi bisogna stare attenti ad internet. La rete, infatti, è il terreno nel quale agiscono, tra gli altri, gli hacker. L'ultimo caso di una possibile truffa su internet riguarda il Bonus cultura, il contributo da 500 euro erogato ai neomaggiorenni da spendere in libri, musica e corsi. Come racconta il Corriere della Sera, non pochi adolescenti in tutta Italia si sono accorti che nel loro “portafoglio elettronico” mancava tale cifra perché già utilizzata. Un errore? Non proprio. Circa 70 giovanissimi hanno denunciato l'anomalia alla polizia postale. Gli uomini delle forze dell'ordine hanno compiuto lunghe e serrate indagini scoprendo che, in realtà, quell'ammanco era dovuto ad una frode. Ma ad essere stati colpiti dalla truffa erano centinaia di persone, una decina delle quali in Piemonte. A Torino la Procura, con il pm Paolo Scafi, ha chiuso le indagini a carico di tre persone con l'ipotesi di frode informatica. Queste ultime sono accusate di aver creato account Spid paralleli, cioè identità digitali false ma formalmente valide, per accedere alla piattaforma “18app” e generare i tanto agognati voucher. Il tutto, però, a danno di giovani ignari. Questi voucher sarebbero poi stati spesi in attività commerciali riconducibili agli stessi indagati. Nel corso delle indagini, avviate nell'estate del 2023, sono stati individuati oltre 2.500 Spid irregolari in tutta Italia. Queste identità digitali sarebbero state utilizzate per attivare circa 2mila Bonus cultura. Numeri decisamente alti. Che si traducono anche in danno economico per l'Erario calcolato in circa 400mila euro. Le indagini hanno permesso anche di bloccare i rimborsi del ministero della Cultura rimasti pendenti. In questo modo le conseguenze per le casse pubbliche sono state relativamente ridotte. Per di più durante le perquisizioni gli investigatori hanno individuato e subito sequestrato materiale informatico, firme digitali, credenziali Spid, dispositivi Pos, carte e conti correnti che sarebbero riconducibili agli indagati. Inoltre sono state rinvenute password e codici d'accesso intestati a persone estranee ai fatti.
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