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Medioriente, il figlio della Segre: "Albanese agisce da militante, ossessionata da mia madre"
Oggi 08-10-25, 08:13
"La giusta indignazione verso quello che subisce il popolo palestinese rischia di non essere, nel dibattito italiano, una leva per chiedere il cessate il fuoco e la pace. Ho l'impressione che la discussione si sia come militarizzata, con posizioni sempre più estreme in cui siamo anche noi in guerra gli uni contro gli altri. C'è una crescente intolleranza e l'episodio di Francesca Albanese è l'espressione di un clima più generale". Lo dice in un'intervista al Corriere della Sera Luciano Belli Paci, figlio di Liliana Segre e membro dell'esecutivo nazionale dell'associazione Sinistra per Israele, in riferimento all'episodio in cui la giurista, relatrice speciale dell'Onu sui territori palestinesi occupati, ha abbandonato la trasmissione tv di La7 In onda quando è stata nominata la posizione della senatrice sull'uso della parola genocidio a Gaza. "Purtroppo avevo già l'idea che la dottoressa Albanese facesse parte di quella categoria, ahimè, ampia di persone che io definisco 'ossessionate da Liliana Segre'. C'era infatti già stato un precedente", spiega Belli Paci. "La giurista aveva postato una sua immagine davanti a un murale con il volto di mia madre e la parola 'Indifferenza'. L'hashtag era #GazaGenocide, come a dire che le dichiarazioni fatte da Liliana Segre su Gaza fossero in contraddizione con il suo impegno di sempre a non voltarsi dall'altra parte".
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