s
Medioriente: Meloni accelera su ricostruzione e aiuti. Pd apre a militari in campo con Onu
14-10-2025, 22:19
"L'Italia, come ha assicurato il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, è pronta a fare la propria parte nel processo di ricostruzione a Gaza". Fonti di Palazzo Chigi ribadiscono le intenzioni già manifestate dalla premier dopo la firma dell'accordo di pace per il Medioriente, avvenuta ieri in Egitto. Intenzioni confermate anche oggi dalla stessa Meloni in Consiglio dei Ministri, dove ha chiesto che tutti i ministeri e le istituzioni coinvolte a vario titolo nel progetto di ricostruzione si riuniscano per fare il punto sui prossimi passi, con un'attenzione particolare all'aspetto degli aiuti umanitari". L'incontro, che sarà presieduto dal vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, è fissato già per domani alle 14 a nella Sala Verde di Palazzo Chigi, dove si riuniranno i ministeri interessati (Esteri, Difesa, Università, Agricoltura, Affari regionali, Disabilità), il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, e la Protezione Civile. "Sugli aiuti stiamo lavorando", conferma intanto Tajani, riferendo che "stamani c'è stata una riunione operativa al ministero degli Esteri presieduta dall'ambasciatore Archi, che io vorrei nominare inviato speciale del ministero per Gaza. Si è cominciato a fare il punto della situazione su ciò che possiamo mandare e abbiamo già raccolto centinaia di centinaia di tonnellate di viveri", continua, ribadendo che è complicato ma bisogna lavorare giorno per giorno affinché tutti gli accordi vengano applicati dopo una guerra durata due anni". Del resto, conclude, "la tregua è molto fragile, bisogna lavorare giorno per giorno per costruire la pace e ci vorrà tempo". Ma al di là degli aiuti umanitari e dei piani per la ricostruzione di Gaza, resta il nodo di una presenza militare italiana sul campo. Meloni non l'ha affatto esclusa e anzi in Egitto ha parlato di "partecipazione a una forza di stabilizzazione" sotto l'egida Onu e con il via libera delle Camere, che la premier ha auspicato possano esprimersi "all'unanimità". Un appello di fronte al quale anche l'opposizione mostra un'apertura. "Siamo pronti a fare la nostra parte, vogliamo discuterne in Parlamento perché è necessario farlo", assicura il responsabile Esteri del Pd, Giuseppe Provenzano, che non esclude la possibilità di un voto unanime in aula: "Io non penso che ci sia nessuna difficoltà su questo, anzi credo che sia opportuno fare questa discussione per capire come l'Italia debba tornare protagonista nella costruzione della pace e del dialogo con il mondo arabo". Postura confermata anche dalla capogruppo dem a Montecitorio Chiara Braga: "Le condizioni per stabilizzare l'area meritano la nostra attenzione: valuteremo quale sarà la proposta del governo e quale sarà la cornice in cui verrà inserita. Siamo per un coinvolgimento delle Nazioni Unite che deve riaffermare l'importanza e il valore delle organizzazioni multilaterali che in questo come in altri conflitti sono state più volte delegittimate da prove di forza". Sul fronte Movimento 5 Stelle, ci si limita invece a ribadire quanto già affermato dal leader Giuseppe Conte, che qualche giorno fa non ha escluso la possibilità di un contingente italiano "se si realizzeranno le condizioni per una forza multinazionale di pace".
CONTINUA A LEGGERE
12
0
0
