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Meloni asfalta Schlein: "Ridicolo dire che controlliamo il Garante. Eletto dal governo giallo-rosso"
Oggi 10-11-25, 18:14
Si allarga il caso sull'Autorità garante per la protezione dei dati personali dopo la puntata di ieri sera di Report, che ha ricostruito presunti conflitti d'interesse e criticità nella gestione dell'istituzione, a partire da quella finanziaria. Il servizio di Sigfrido Ranucci ha innescato una serie di reazioni politiche, con richieste di dimissioni e accuse incrociate tra maggioranza e opposizione. La segretaria del Partito democratico Elly Schlein ha chiesto "le dimissioni dell'intero consiglio del Garante", parlando di "un quadro grave e desolante, con un sistema gestionale opaco e permeabile alla politica". Secondo Schlein, "senza un azzeramento e una ripartenza sarà impossibile ricostruire la fiducia dei cittadini in un'istituzione che deve tutelare la privacy e la terzietà rispetto alla politica". Ma la stessa premier Giorgia Meloni ha definito "ridicola" l'idea che l'Autorità sia condizionata dal governo. "Il Garante è stato eletto durante il governo giallo-rosso, con un presidente in quota Pd. Se Pd e M5S non si fidano di chi hanno nominato, non possono prendersela con me, forse dovevano scegliere meglio", ha detto la presidente del Consiglio prima di partire per Bari. "L'Autorità è eletta dal Parlamento - ha aggiunto - e un eventuale azzeramento spetta al collegio stesso, non al governo". Sulla stessa linea anche altri esponenti della maggioranza, che ricordano come due dei quattro membri dell'attuale collegio del Garante siano stati eletti proprio con i voti di Pd e M5S. "Un'opposizione senza idee né identità si fa dare la linea da una trasmissione televisiva", ha commentato una fonte parlamentare della maggioranza. Intervistato oggi a Un Giorno da Pecora su Rai Radio1, il conduttore di Report Sigfrido Ranucci ha replicato: "Dopo quanto emerso, sarà difficile che il Garante possa continuare a prendere decisioni diverse dalla logica con cui le ha prese fino ad oggi".
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