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Migranti e giustizia, la maggioranza accelera. Verso il vertice su Albania
22-12-2024, 22:10
Dopo la sentenza nel processo Open Arms, che ha decretato l'assoluzione del vicepremier Matteo Salvini, governo e maggioranza annunciano un accelerazione in tema di migranti e riforma giustizia. Sul primo fronte è in primis la premier Giorgia Meloni ad annunciare - dalla Finlandia dove si trova per il vertice "Nord-Sud" - di aver "convocato per lunedì 23 una riunione sul tema dell'Albania per capire come procedere". Una nuova lista di Paesi sicuri per i rimpatri, a livello europeo, non arriverà infatti entro marzo, "ci vorrà più tempo" - ammette la premier che però intanto sottolinea come "la Cassazione abbia sostanzialmente dato ragione al governo italiano sul fatto che è diritto dei governi stabilire quale sia la lista dei Paesi sicuri, mentre i giudici possono entrare nel singolo caso rispetto ma non disapplicare in toto" la normativa interna. La presidente del Consiglio tira dritto, insomma, e lunedì riunirà i ministri Matteo Piantedosi, Antonio Tajani (in collegamento dall'estero), Guido Crosetto, Tommaso Foti, il sottosegretario Alfredo Mantovano e il consigliere diplomatico della presidente del Consiglio Fabrizio Saggio. Per Meloni il discorso è ampio, coinvolge l'Unione europea, perché "vogliamo difendere i confini esterni e non permetteremo alla Russia o alle organizzazioni criminali di minare la nostra sicurezza". Ma poi c'è l'aspetto di politica interna, perché "mi pare un fatto che l'oggetto del processo" Open Arms "a Salvini fossero le sue scelte politiche come ministro dell'Interno piuttosto che effettivi reati, e sicuramente la giurisdizione in questo caso è stata usata per condizionare la politica". Una posizione largamente condivisa nel centrodestra e destinata a dare nuovo impulso alle riforme in tema di giustizia. "Questo processo, fondato sul nulla, non si sarebbe nemmeno dovuto cominciare", ribadisce il Guardasigilli Carlo Nordio, secondo il quale "Bisognerà pur pensare a risarcire le persone che finiscono nella graticola giudiziaria per anni perdendo la salute, i risparmi e magari il posto di lavoro perché qualche pm non ha riflettuto sulle conseguenze della sua iniziativa avventata". Sul tavolo non c'è solo la separazione delle carriere, con Forza Italia che chiede "di accelerare il più possibile con la riforma", come afferma il portavoce nazionale azzurro Raffaele Nevi, ma anche l'ipotesi di "rendere effettiva la responsabilità civile dei magistrati e della valutazione del lavoro del magistrato che non tiene conto dei meriti e degli errori, ma si conclude per tutti, bravi o meno bravi, con esito positivo", aggiunge lo stesso Nevi. Sul punto torna anche il diretto interessato dal processo Open Arms, ovvero lo stesso Salvini. "La responsabilità civile dei giudici che sbagliano, e ne devono rispondere personalmente, e la separazione delle carriere servono non a Matteo Salvini ma a 60 milioni di italiani. Ora più che mai è urgente la riforma della giustizia", afferma il leader della Lega, che resta sibillino sull'ipotesi di un suo ritorno al Viminale: "Sicuramente occuparsi della sicurezza e della serenità di milioni di italiani è qualcosa di bello a cui tutti vorrebbero ambire, e se qualcuno in passato poteva dire che Salvini non poteva tornare agli Interni perché c'era un processo in corso per la sua condotta da ministro, adesso questo alibi non c'è più. Però in questo momento sto bene dove sto, parlerò con Giorgia e Antonio perché questo governo è una squadra di amici. Per cui vedremo...". Insomma il vicepremier non sembra chiudere del tutto la porta all'idea, anche se la premier Meloni in mattinata aveva già tagliato corto sull'argomento: "Oggi sia io che Matteo Salvini siamo contenti del lavoro del nostro ottimo ministro dell'Interno".
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