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Milano, Nordio inchioda la sinistra: "Evitano il carcere grazie a me, cosa ne pensa il Pd?"
Oggi 17-07-25, 11:40
"Con la mia riforma, a Milano oggi hanno tutti evitato il carcere. Vorrei sapere cosa ne pensa il Pd". È un Carlo Nordio muscolare quello che, in una lunga intervista al Corriere della Sera, parte dall'operazione anticorruzione sull'urbanistica del capoluogo lombardo per parlare delle carceri e annunciare nuove misure in arrivo. Il ministro della Giustizia, pescando a mani piene dall'attualità e dal terremoto politico-giudiziario che sta scuotendo la città gestita da Beppe Sala, rivendica la sua norma sull'arresto posticipato all'interrogatorio e non coglie l'invito a ritirare la legge Salva Milano (quella che andrebbe a disciplinare gli interventi "in materia urbanistica ed edilizia" con l'obiettivo di far ripartire i 150 progetti che nei mesi scorsi sono stati bloccati dalla Procura di Milano per presunti abusi edilizi). "Le leggi non vanno presentate o ritirate sulla base di ciò che suscita emotività", dice il Guardasigilli con fermezza di parole e di idee. Sulla corruzione, spiega, "non so se ci sia o no. Le leggi ci sono. Ma è illusorio pensare che possano fermare un fenomeno che c'è dai tempi di Cicerone". Il sovraffollamento carcerario è un tema su cui si continua a lavorare con costanza e, dice il ministro, "stiamo raggiungendo i primi obiettivi, cominciando con i detenuti che possono usufruire di misure alternative". A essere chiaro tra le voci in agenda è ciò che non si farà: "Né indulto né liberazione anticipata. Se motivati dal ridurre il sovraffollamento, non solo costituiscono una manifestazione di debolezza dello Stato o addirittura di resa, ma sono anche inutili". Il ministero si sta occupando ora "di 10.105 detenuti definitivi, con pena residua sotto i 24 mesi, che possono fruire di misure alternative". Quanto al piano carceri, Nordio anticipa che ci sarà anche "un ampliamento della pianta organica dei magistrati di sorveglianza di 58 unità" e che dal 30 giugno "dei 6.000 addetti all'ufficio del processo che stabilizzeremo con fondi nazionali una parte cospicua sarà assegnata alla magistratura di sorveglianza". A chi lo accusa dei pochi risultati, il ministro risponde con la verità dei numeri e dei fatti. "Nel luglio 2006, con il governo Prodi, la popolazione era di 60.710 detenuti. Con l'indulto ne fu liberato il 36%. Tre anni dopo erano arrivati a 63.472, con una crescita costante e una recidiva del 48%", scandisce. Se, come molti sostengono, "non è stato fatto un granché", si deve considerare che è molto difficile "rimuovere situazioni consolidatesi nei decenni". La separazione delle carriere resta un punto fermo del programma della maggioranza nonostante le critiche e il "rigido ostruzionismo" delle opposizioni. "È normale negli Stati dove è nata la democrazia: dalla Gran Bretagna agli Usa. E in quasi tutta Europa. Questo linguaggio apocalittico e sgangherato rivela debolezza argomentativa", conclude Nordio.
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