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Moldavia, i filo-europeisti vincono le elezioni con oltre il 50% dei voti
Oggi 29-09-25, 08:56
La Moldavia ha scelto da che parte stare. In un'elezione che più di ogni altra ha avuto il sapore di un referendum geopolitico, gli elettori hanno dato un segnale inequivocabile: sì all'Europa, no al ritorno nell'orbita russa. Con oltre il 99,5% delle schede scrutinate, il Partito d'Azione e Solidarietà (PAS), formazione filo-europea guidata dalla presidente Maia Sandu, ha conquistato il 50,03% dei voti. Un risultato che non lascia spazio a interpretazioni: il PAS potrà quasi certamente governare da solo, mentre il Blocco Patriottico – espressione delle forze vicine al Cremlino – si ferma al 24,26%. Il messaggio degli elettori è chiaro, forte e diretto. La Moldavia vuole restare agganciata all'Unione Europea, accelerare le riforme, rafforzare le istituzioni democratiche e archiviare, una volta per tutte, il passato post-sovietico. “È un giorno importante per la Moldavia. I cittadini hanno confermato la fiducia in un progetto basato su trasparenza, riforme e futuro europeo”, ha dichiarato Sandu nella notte, davanti a una folla di sostenitori riuniti nella capitale Chişinău. Il PAS, nato come movimento civico anti-corruzione e diventato forza di governo dopo le elezioni del 2021, sembra destinato ora a rafforzare la propria maggioranza parlamentare. Secondo i risultati che si vanno delineando, dovrebbe ottenere un numero sufficiente di seggi per governare da solo, senza dover ricorrere ad alleanze. Un vantaggio non da poco in un sistema politico spesso frammentato. Il clima elettorale, però, non è stato dei più sereni. Nei giorni precedenti al voto, diverse fonti istituzionali hanno denunciato tentativi di destabilizzazione, disinformazione e ingerenze digitali da parte di attori legati alla Russia. L'esclusione del partito “Cuore della Moldavia” – parte integrante del Blocco Patriottico – da parte della Commissione Elettorale Centrale, ha sollevato ulteriori polemiche: la decisione è arrivata in seguito a presunte irregolarità nei finanziamenti, ma l'opposizione ha gridato al complotto politico. Nonostante questo, l'affluenza si è mantenuta su livelli alti e il voto si è svolto senza incidenti gravi, almeno secondo i primi osservatori internazionali. La reazione dei partner occidentali è stata immediata. Bruxelles ha accolto con favore la vittoria del PAS, sottolineando il valore democratico del voto e rinnovando il sostegno alla Moldavia nel suo percorso di avvicinamento all'Unione Europea. Congratulazioni ufficiali sono arrivate da diversi leader europei, che vedono nel governo Sandu un interlocutore affidabile in una regione sempre più strategica. Per la Russia, al contrario, si tratta di una battuta d'arresto. Mosca aveva già espresso critiche nei confronti delle elezioni e accusa Sandu di allinearsi eccessivamente agli interessi occidentali. Una tensione, quella tra Chişinău e il Cremlino, destinata a restare alta, anche alla luce della questione della Transnistria, il territorio separatista filo-russo che resta fuori dal controllo del governo centrale. Ma se la vittoria è chiara, il cammino che attende il PAS è tutt'altro che semplice. La Moldavia rimane uno dei Paesi più poveri d'Europa, con una forte emigrazione giovanile, un sistema energetico fragile e istituzioni ancora permeabili alla corruzione. Le aspettative degli elettori sono alte, e il rischio di disillusione è concreto. Il dossier europeo sarà centrale. Sandu ha fatto dell'adesione all'UE la sua priorità, ma sa bene che si tratta di un processo lungo, che richiede riforme profonde e complesse. E ora, con il controllo pieno del Parlamento, non ci saranno più alibi: o si cambia davvero, oppure si rischia di perdere il sostegno popolare. Intanto, la presidente incassa un risultato che consolida la sua posizione interna e rafforza la credibilità del suo governo sul piano internazionale. La Moldavia ha scelto l'Europa. Resta da vedere se riuscirà a raggiungerla davvero.
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