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Mondo in preghiera per il Papa. Cos'è l'inalazione "ab ingestis" e quali sono i rischi
01-03-2025, 17:06
Queste per Papa Francesco, che ieri ha avuto una crisi isolata di broncospasmo (aggravata da un episodio di vomito per inalazione e un conseguente repentino peggioramento del quadro respiratorio), sono ore cruciali. Il mondo è in ansia e prega affinché le condizioni di salute del Pontefice migliori. Nonostante la pioggia, i fedeli non rinunciano a un momento di preghiera per lui sotto la statua di Wojtyla del Policlinico Gemelli. Per saperne di più, come riferito ieri dal Vaticano, bisognerà aspettare 24 o 48 ore, ma intanto gli esperti stanno provando a fare chiarezza su quanto accaduto. "Il problema" evidenziato per il Pontefice "è che c'è stata un'inalazione del contenuto del tratto gastroenterico, e in particolare dello stomaco e dell'esofago, che in questo caso è stata collegata a un episodio di vomito e quindi il successivo respiro ne ha fatto inalare il contenuto". Il pericolo è che possa svilupparsi la cosiddetta "polmonite 'ab ingestis'", ma "inalazione non vuol dire automaticamente polmonite", ha spiegato all'Adnkronos Salute Francesco Blasi, ordinario di malattie dell'apparato respiratorio all'università degli Studi di Milano e direttore della Pneumologia del Policlinico del capoluogo lombardo. Il Pontefice "è stato broncoaspirato, è stato trattato con la ventilazione" meccanica non invasiva "per superare il broncospasmo e per rimigliorare la ventilazione del polmone profondo, con una pressione positiva in modo da spingere l'aria, l'ossigeno, all'interno del polmone. E normalmente la polmonite, se si presenta, avviene tra le 24 e le 48 ore dopo l'inalazione". Ecco perché, chiarisce dunque l'esperto, è questo il lasso di tempo a cui si è fatto riferimento come orizzonte entro il quale il quadro del Papa dopo la crisi di ieri potrà meglio definirsi. La polmonite 'ab ingestis', illustra l'esperto, "è una polmonite che deriva appunto dall'inalazione del contenuto del tratto gastroenterico. Nel contenuto gastrico ci sono una parte di enzimi, che si chiamano enzimi proteolitici, che servono a digerire e sono dannosi per il tessuto polmonare. In più il contenuto dello stomaco è acido e quindi si ha un'inalazione di acido, anche questo irritativo e dannoso", ha puntualizzato. Quando si inala questo materiale, poi, "potenzialmente si inalano anche dei batteri che si trovano al livello della bocca, delle gengive, eccetera. Si chiamano batteri anaerobi, perché vivono anche in assenza di ossigeno o con bassa tensione di ossigeno. Questi particolari batteri necessitano di un approccio terapeutico con antibiotici particolari", ha continuato Blasi. Nelle prossime ore andrà dunque compreso se si è innescato un ulteriore problema, "in un soggetto - ricorda Blasi - con patologie respiratorie croniche, come le bronchiectasie e la bronchite asmatiforme", un polmone (il destro) sottoposto all'asportazione di una sua parte in età giovanile, "e la nota polmonite bilaterale". Quindi, ha concluso l'esperto, "il rischio è che ci sia un peggioramento della polmonite o l'esordio di una nuova polmonite su una polmonite che apparentemente stava regredendo".
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