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Nomine Ue, von der Leyen accelera sulla squadra. Fitto in pole position per l'Italia
19-07-2024, 21:44
Una breve pausa, il tempo di godersi la riconferma a pieni voti e poi Ursula von der Leyen inizierà a vagliare le proposte degli Stati membri sui commissari per il nuovo Esecutivo Ue. Con un video su Instagram la leader tedesca ha fatto sapere che si prenderà qualche giorno per riposare e vedere la famiglia dopo il tour de force che l'ha vista impegnata dalle Europee del 9 giugno, passando per la nomina da parte del Consiglio europeo il 27 giugno alla riconferma del Parlamento europeo di giovedì. «Nelle prossime settimane, chiederò ai leader di presentare i loro candidati. Scriverò una lettera e chiederò la proposta di un uomo e di una donna come candidati. L'unica eccezione è quando c'è un Commissario in carica che rimane», ha spiegato la presidente, illustrando il percorso: «Intervisterò i candidati a partire da metà agosto e voglio scegliere quelli più preparati che condividono l'impegno europeo». La leader tedesca vuole replicare il modello di cinque anni fa: ovvero garantire una ripartizione equa tra uomini e donne, scelta che ha causato qualche scontento tra le capitali. Poi i nomi scelti dovranno superare la prova delle audizioni della commissione competente del Parlamento europeo. Una prassi non scritta nel Trattato ma prevista nel Regolamento dell'Eurocamera, che comprende tra i criteri quello di tener conto, in sede di valutazione dei futuri commissari, della loro conoscenza del futuro portafoglio e le loro capacità di comunicazione, nonché l'equilibrio di genere. Una valutazione che permette al Parlamento europeo di esprimersi sui singoli prima del voto di fiducia complessivo sull'intera Commissione, Alto rappresentante per la politica estera compreso. Il mandato dell'attuale Commissione scade il 31 ottobre, ma può essere prorogato se per tale data non sarà pronta la nuova squadra. Cinque anni fa la Commissione von der Leyen entrò in carica il 1° dicembre. Va detto, poi, che la composizione della Commissione non riflette l'equilibrio politico del Parlamento europeo, ma piuttosto l'equilibrio politico esistente tra i governi nazionali. Il prossimo Esecutivo avrà almeno tredici commissari del Ppe, più della metà, e quattro socialisti se il governo di centrodestra del Lussemburgo vorrà confermare il socialista Nicolas Schmit per compensare la rinuncia di un esponente dei Verdi che sarebbe spettata al governo Scholz per permettere l'elezione di von der Leyen. I commissari liberali saranno cinque o sei, mentre i conservatori di Ecr ne avranno due (Italia e Repubblica Ceca). Oltre alla Germania che esprimerà la presidenza della Commissione e all'Estonia, la cui premier uscente, Kaja Kallas, diventerà Alta rappresentante Ue per gli Affari esteri, al momento ci sono le seguenti indicazioni: la Slovacchia ha candidato il vicepresidente uscente, il socialista Maros Sefcovic, la Lettonia il vicepresidente uscente Valdis Dombrovskis (Ppe), la Slovenia l'economista Tomaz Vesel, l'Irlanda l'ex-ministro delle Finanze, Michael McGrath, la Svezia la ministra per gli Affari europei, Jessika Roswall, e la Finlandia l'eurodeputata popolare Henna Virkkunen. In Francia, nonostante l'incognita del nuovo governo, il presidente Emmanuel Macron dovrebbe riconfermare Thierry Breton, ora al Mercato interno. In Spagna in pole position resta la ministra per la Transizione ecologica e vicepremier Teresa Ribera, che aspira a un portafoglio legato al Green Deal, che dovrbebe essere diviso tra più persone secondo i desiderata del Ppe. A proposito dei popolari, dovrebbe uscire di scena un pezzo da 90 come l'ex portavoce capo della Commissione e uno dei vicepresidenti dell'attuale Esecutivo, il greco Margaritis Schinas. Per l'Italia il governo sta ancora ragionando sul nome da proporre. I due vicepremier spingono per l'attuale ministro per gli affari europei, le politiche di coesione e il Pnrr Raffaele Fitto: «Anche se non del mio partito, Fitto è il migliore commissario possibile, perché conosce bene le dinamiche di Bruxelles», afferma Antonio Tajani. «È un ottimo ministro, sarebbe un ottimo commissario sicuramente», commenta Matteo Salvini.
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