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Non si scioglie il nodo di Sempio e lo scontrino: “È mio”. Ma le celle telefoniche dicono altro
Oggi 23-10-25, 10:31
Il ticket del parcheggio, usato da Andrea Sempio come alibi da 18 anni a questa parte, continua a tenere banco nel caso di Garlasco. Dopo le dichiarazioni esplosive del suo ex avvocato – Massimo Lovati – che sostanzialmente smontano il suo racconto riguardo la mattina del 13 agosto 2007, adesso a dubitare del suo alibi sono gli stessi pm. Nonostante le smentite di Sempio, infatti, gli investigatori non sembrano più credere al fatto che la mattina dell'omicidio di Chiara Poggi, si trovasse a Vigevano alla ricerca di un libro e lo scontrino, del quale sin da subito avevano dubitato potesse fornire un alibi al giovane, rimane uno dei punti più controversi delle nuove indagini. Ma non il solo. Come ricostruito da Cesare Giuzzi sulle pagine de Il Corriere della Sera, infatti, le tracce telefoniche collocano Sempio mai oltre Garlasco (qui si sono agganciate le celle telefoniche), anche se quest'ultimo parlando con “Chi l'ha visto” ha smentito direttamente le ipotesi che in questi giorni circolano e ha sostenuto ancora una volta la sua innocenza e la veridicità dello scontrino: “Sarebbe stato meglio che, se avessero avuto dei sospetti su di me all'epoca, avessero cercato se nelle telecamere in piazza a Vigevano c'erano delle riprese su di me. Lo scontrino me l'hanno chiesto un anno dopo e probabilmente non c'erano più i video”. L'amico del fratello di Chiara Poggi si riferisce al controverso interrogatorio del 4 ottobre 2008 quando per la prima volta saltò fuori lo scontrino. L'indagato infatti pone l'accento sul fatto che a un anno di distanza dal delitto, non vi era nessun filmato delle telecamere che avrebbe potuto confermare le sue parole. Un anno prima, il 18 agosto 2007, Sempio – sentito dagli investigatori – non aveva mai parlato con loro né di quello che aveva fatto il giorno dell'omicidio né della sua visita a Vigevano confermata poi dallo scontrino. O nessuno glielo aveva chiesto. Su questi aspetti si concentrano i legali dell'uomo che proprio sulla vicenda hanno tagliato corto, confermando da un lato che lo scontrino è reale ed appartiene ad Andrea, e hanno anche puntato il dito contro chi indaga, che - a loro dire - facendo trapelare notizie riservate vogliono “misurare le reazioni”. Lo scontrino però è solo uno degli aspetti controversi della vicenda. Ciò che potrebbe cambiare ogni scenario è il Dna ritrovato sulle unghie di Chiara Poggi. I difensori hanno nominato una nuova genetista che sostituirà Luciano Garofano. È Marina Baldi, esperta molto nota in tv, che qualora il perito Denise Albani dovesse confermare la compatibilità del profilo, punterà tutto sulla contaminazione. Tesi questa già usata dall'allora aggiunto Mario Venditti nell'archiviazione del 2017, oggi non ritenuta genuina e anzi sospetta dai pm di Brescia.
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