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Ode al Silenzio, un messaggio globale contro il giornalismo predatorio e il cyberbullismo
Oggi 18-06-25, 15:41
Un fatto accaduto in Corea del Sud ha acceso una scintilla che si è trasformata in un movimento globale. L'ennesimo attacco mediatico ai danni dell'attore sudcoreano Kim Soo-hyun, alimentato da notizie false e malevole, ha superato i confini nazionali e ha toccato le coscienze di milioni di persone in tutto il mondo. Non è stato solo un attacco a un artista: è stato un attacco alla verità e alla dignità umana. Da questo episodio è nato un movimento potente e spontaneo: 65 fandom dei relativi 65 Paesi sono rimasti uniti sin dal primo giorno, legati da una determinazione incrollabile e da innumerevoli azioni di supporto. Il numero di sostenitori è cresciuto costantemente, perché questa non è solo una causa: è un appello universale alla giustizia, guidato dalla forza e dalla dignità di una persona che, pur essendo stata vittima, è diventata il simbolo di una svolta per molti. Il gesto coraggioso di Kim Soo-hyun — che si è presentato davanti alla stampa e, come ha dichiarato, ha rifiutato di chiedere scusa per qualcosa che non ha mai fatto — ha lanciato un messaggio raro e potente. Un messaggio che ha trovato eco in tutto il mondo e che vogliamo trasformare in un appello universale per il rispetto, la verità e la vita. Questo messaggio si unisce all'impegno del nuovo Presidente della Corea del Sud, Lee Jae-myung, che ha fatto della lotta contro il giornalismo predatorio una priorità nazionale. Per simboleggiare questo appello globale al cambiamento, l'8 luglio a Milano, in Corso Matteotti, sorgerà un grande billboard — non solo come omaggio a un attore, ma come simbolo tangibile di una presa di posizione mondiale: un'ode alla vita e al silenzio. Perché in questo atto di silenzio, milioni di voci si uniscono per proclamare che il rispetto e la verità non hanno confini. Grazie al supporto di Urban Vision (www.urbanvision.com), del design photographer, musician of Acme and artist Mattia Romanut (www.mattiaromanut.com) e della graphic designer Linda Gibin, questo messaggio attraverserà fisicamente le strade di Milano — segno di un impegno che parte dalla Corea e appartiene a tutti. Kim Soo-hyun non è solo. 65 Paesi e i loro fandom si sono uniti all'Italia per dichiarare: basta al giornalismo predatorio. Viva la vita. Viva il silenzio che scuote le coscienze.
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