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Omicidio Ciurciumel: il nuovo elemento che scagiona Micarelli
Ieri 28-04-25, 21:16
Quarta Repubblica, programma condotto da Nicola Porro su Rete4, presenta al pubblico un elemento inedito che getta una nuova luce sul caso della guardia giurata Antonio Micarelli che, la sera del 6 febbraio scorso, intervenne in aiuto della vicina di casa, vittima di una rapina. Il proiettile di Micarelli che ha ucciso il 24enne Antonio Ciurciumel potrebbe averlo colpito non in maniera diretta, come sostenuto dalla Procura, bensì di rimbalzo. Ricordiamo che, da oltre 1 mese, il vigilante 56enne è recluso a Rebibbia con l'accusa di omicidio volontario. Secondo quanto riportato nel verbale di sequestro dei Carabinieri nel quale vengono repertati gli elementi raccolti dalla Scientifica, l'ogiva del proiettile esploso dalla guardia giurata è infatti ammaccata, dunque - prima di colpire alla testa Ciurciumel - avrebbe urtato qualcos'altro che ha deviato la traiettoria della pallottola. Un elemento fondamentale che potrebbe raccontarci tutta un'altra storia, e cioè che Micarelli non avrebbe sparato per uccidere. E tuttavia, nell'ordinanza di custodia cautelare, i magistrati non accennano a quest'aspetto e non sembrano avere alcun dubbio sulla volontarietà dell'atto. Pure, la presenza dell'ammaccatura era già nota agli inquirenti il 7 febbraio, ovvero il giorno successivo alla rapina. Nel verbale di sequestro, ove vengono repertati i campioni raccolti dalla Scientifica, i Carabinieri parlano di una «ogiva parzialmente deformata rinvenuta all'interno del cappello» e anche il fatto di aver rinvenuto il campione del cappello di Ciurciumel rappresenta potenzialmente un'altra anomalia rispetto alla dinamica ipotizzata dall'accusa. Questo perché, se il colpo è stato sparato a distanza ravvicinata, come ricostruito nei rilievi, perché si è fermato nel cappello di Ciurciumel? La pistola di Micarelli è una Glock 19, arma con una gittata di quasi due chilometri in grado di sparare a 360 metri al secondo. Se l'ogiva si è fermata è possibile che viaggiasse a velocità ridotta, dunque un colpo di rimbalzo deviato da qualcosa. Evidentemente, però, questi rilievi scientifici non sono stati presi in considerazione dai magistrati che hanno disposto e poi confermato nel riesame la custodia cautelare per Antonio Micarelli, in carcere ormai da oltre 1 mese.
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