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Omicidio Silvana D'Amato: truffa amorosa, soldi spariti e la pista del delitto inscenato
Oggi 30-09-25, 12:49
Nuove tracce di sangue all'interno del bagno dove è stata trovata morta Silvana D'Amato, 69enne milanese residente nel quartiere di Bruzzano, tabaccaia in pensione, separata da una trentina di anni. Di quello che resta un vero e proprio giallo si è occupato il programma Incidente Probatorio, in onda sul canale 122 Fatti di Nera, ricostruendo quello che finora è trapelato nel corso delle indagini. Lo scorso 8 agosto furono gli amici a dare l'allarme, quando attesero invano Silvana in una caffetteria per la consueta partita a burraco. Non vedendola arrivare, si sono insospettiti e preoccupati per il ritardo della donna, così i cinque amici si sono recati presso la sua abitazione, hanno suonato un campanello a cui nessuno ha risposto. A quel punto hanno chiesto l'intervento dei vigili del fuoco, che si sono introdotti nell'appartamento e hanno rinvenuto il cadavere della 69enne riverso nella vasca da bagno piena d'acqua, con il viso rivolto verso l'alto. I rilievi effettuati dai carabinieri del Ris di Padova con il luminol hanno portato alla luce alcune tracce di sangue che erano state cancellate; in più, gli esami autoptici finora espletati hanno evidenziato la presenza di una ferita sul collo di Silvana D'Amato: la lesione di per sé non sarebbe da considerare fatale, ma potrebbe aver contribuito a causare un'emorragia interna della donna. Inoltre, sono stati trovati anche una serie di ematomi distribuiti sul viso, compatibili sia con una caduta accidentale sia con un reato violento di cui potrebbe essere rimasta vittima. Ad oggi, proprio quest'ultima pista è battuta dagli investigatori, che nell'appartamento al sesto piano di quel palazzo nella periferia di Milano non hanno rinvenuto le chiavi della donna, anche se la porta era chiusa e non si rilevavano segni di effrazione. Dunque, se è stata uccisa, Silvana D'Amato potrebbe aver aperto la porta al suo carnefice, che è andato via chiudendo a sua volta a chiave. Un altro aspetto da chiarire riguarda l'orario della morte: una videocamera ha ripreso la donna all'uscita di un supermercato attorno a mezzogiorno dell'8 agosto e le buste con gli acquisti sono state trovate nell'appartamento, il che suggerisce che Silvana D'Amato potrebbe essere tornata direttamente a casa dopo la spesa e, per cause ancora ignote, non esserne più uscita. Secondo alcune testimonianze, Silvana stava frequentando un uomo da circa venti giorni, una persona che le avrebbe anche chiesto soldi, con la quale era stata vista più volte anche al parco, ma della quale si cerca ancora il nome. “L'azione più probabile potrebbe essere l'omicidio per annegamento – ha detto Mauro Valentini, giornalista e scrittore – e sul cadavere sono presenti segni di una possibile colluttazione. Questo caso ricorda il classico omicidio da libro giallo. La vittima che accoglie in casa chi la ucciderà, l'assassino non ha un'arma, lei si fida, poi scatta l'azione omicida e lei ormai non ha più strumenti per difendersi. Se sia veramente quell'uomo con cui si frequentava, in tanti lo hanno visto, quindi non credo sia complicato trovarlo. Inoltre, se hanno avuto una relazione, qualche telefonata può essere intercorsa, qualche messaggio se lo sono scambiati, ma credo sia necessario indagare nel suo ambito, che non è molto ampio. Era una donna con una vita sociale, ma in fondo era sola. E la solitudine può essere il gancio di certi personaggi, sciacalli, che sanno leggere quella solitudine. Non si tratterebbe di un omicidio legato prettamente a un aspetto economico, bensì per far tacere lei che, eventualmente truffata, lo aveva scoperto. A me sembra una truffa amorosa: forse lei si fidava di una persona più giovane, che potrebbe essere riuscita a circuirla e, quando lei ha chiesto il conto, lui è riuscito a zittirla”. Secondo l'avvocato Antonello Viola, “per capire qualcosa in più sulla storia personale della donna vanno eseguiti approfondimenti investigativi, tecnico-scientifici, da incrociare con i risultati dell'esame autoptico e con i dati trovati sui dispositivi mobili, insieme alle indagini tradizionali e all'analisi delle telecamere. Sembra che la vittima avesse una vita lineare, molto semplice, con una buona vita sociale. E poi c'è quest'uomo che, aveva detto a un amico, non era riuscita ancora a inquadrare. Io vedo tanti indizi per valutare la penale responsabilità di qualcuno. Solitamente, eventi così forti che capitano a una persona con una vita così semplice destano grandi interrogativi. È chiaro che la vittima conosceva l'omicida. Ha aperto lei la porta. La casa era abbastanza ordinata, dunque la strada percorribile porta a un soggetto che la vittima conosceva, non un malintenzionato che voleva portare via qualcosa. In questo caso io vedo la mano di un terzo. Siamo di fronte a un maldestro tentativo di inscenare un suicidio. Inoltre, visto che manca una grossa somma di denaro, c'è qualcuno che ha potuto operare in ambito economico, quindi una persona a stretto contatto con lei”. Per la giornalista Simona Berterame, “secondo indiscrezioni, mancherebbe una somma sul conto della donna tra 40 e 50mila euro. Inoltre, ci sono le prime ipotesi su un'eventuale arma del delitto, forse un oggetto compatibile con le ferite, quindi un ferro da stiro o un posacenere, non ritrovati nell'abitazione della donna. L'analisi del telefonino e della rete di conoscenze potranno dare presto novità su questa storia. Lei era vestita, nella vasca, con il telefono in una tasca e non ci sono segni di effrazione. La mia impressione è che il cerchio si stia stringendo, non si può trattare di un estraneo”. Secondo la biologa Carolina Sellitto, “è evidente il sospetto che sia stato ripulito l'ambiente, ma l'assassino non sa che gli investigatori riescono a capire se si tratti di tracce vecchie o no. Io credo che il corpo sia stato immerso in acqua per scongiurare il ritrovamento di tracce di DNA dell'aggressore sulla vittima, poi è stato ripulito tutto. Purtroppo, l'unico errore commesso scatta quando si dà troppa attenzione alla privacy, che diventa un'arma contro la vittima”.
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