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"Oncologia tra Ospedale e Territorio", il ministro Schillaci: "Potenziare campagne prevenzione e screening"
Ieri 15-06-25, 18:54
Prevenzione, ricerca, tecnologia, compresa l'intelligenza artificiale, e la relazione tra pubblico e privato. Sono alcuni dei temi emersi nella due giorni conclusasi oggi a Roma per parlare congiuntamente di ospedale e territorio in campo oncologico, avendo uno sguardo unico verso una realtà complessa come quella della continuità assistenziale e della presa in carico della cronicità. Era questo, infatti, l'obiettivo del convegno "Oncologia tra ospedale e territorio: presente e futuro. Innovazione, sostenibilità, equità", in programma tra la Camera dei Deputati (Palazzo San Macuto) e il Centro Congresso Trevi. Due giorni di lavori - organizzati da Gamma Congressi Srl sotto la supervisione scientifica dell'oncologa Cecilia Nisticò e del Professor Paolo Pronzato - che hanno visto la partecipazione di clinici, oncologi, stakeholders ed esperti, oltre al Ministro per la Salute, Orazio Schillaci, in video collegamento. “Serve potenziare le campagne di prevenzione e quindi garantire l'uniformità dell'accesso agli screening in tutto il territorio nazionale”, le parole del ministro. E poi ancora: “Siamo all'interno di un piano del PNRR per il rinnovamento degli ospedali. Non posso non citare il ruolo fondamentale della ricerca e degli investimenti. La lotta contro i tumori passa dalla collaborazione tra pubblico e privato. Continueremo a sostenere il servizio sanitario nazionale con attenzione, competenza e umanità. Questa collaborazione non può chiaramente prescindere dal dialogo con i professionisti”. Un dialogo che ha portato a porre l'accento sull'importanza della relazione tra prevenzione, ricerca e tecnologia sopratutto in considerazione della longevità del popolo italiano. “Un problema - secondo Robert Nisticò, Presidente dell'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) - visto che l'Italia è il secondo paese più longevo al mondo. Per questo quando si parla di medicina di previsione si deve parlare di prevenzione di precisione”. Dunque puntare sull'innovazione che deve essere considerata un investimento e non un costo. “E la ricerca anche va considerata tale - dice Patrizia Olivari, Amministratore Delegato di Ipsen -. La partnership con il sistema sanitario nazionale è la chiave delle nostre azioni. Un tema rilevante è la crescita degli investimenti in ricerca e sviluppo. L'Italia è un'eccellenza nell'investimento in ricerca e produzione. Continueremo a portare tanta innovazione, che porta investimenti in grado di fornire farmaci ai pazienti”. Fondamentale diventa così anche il ruolo dell'intelligenza artificiale. “I temi di quest'anno sono infatti innovazione, sostenibilità ed equità - spiega l'Onorevole Simonetta Matone -. La vera sfida del 2025 è quella dell'intelligenza artificiale. L'approccio governativo pone sempre al centro l'uomo e la necessità che esso sia protagonista di questo processo”. Ma per Antonio Magi, Presidente dell'Ordine dei Medici Roma, “la tecnologia deve essere uno strumento complementare, perché senza il personale non si fa sanità. Dobbiamo arrivare ad essere competitivi con gli altri paesi europei, che stanno prendendo i nostri medici. Bisogna dare la possibilità ai giovani di potersi creare un futuro importante nel Paese”. Le conclusioni sono affidate poi al prof. Paolo Pronzato e alla dottoressa Cecilia Nisticò. “Sono stati due giorni importanti: di confronto, dibattito, informazione e divulgazione - dicono entrambi al termine del convegno -. Due giorni che fanno parte di un percorso complesso che tratta la continuità assistenziale e della presa in carico della cronicità”. “C'è uno strumento per far funzionare tutto - rivela Paolo Pronzato - che è quello dei Comprehensive Cancer Centers e lo dice anche l'Unione Europea. Entro il 2030 il 90% dei pazienti oncologici dovrebbe essere inserito nei Comprehensive Cancer Centers, che forniscono un complesso di cure che ruotano attorno all'assunzione del farmaco”. Mentre per Cecilia Nisticò “la malattia metastatica e l'approccio ad essa sono cambiati grazie alla medicina personalizzata rendendola una malattia cronica. Bisogna potenziare poi le attività di ricerca, adeguare l'istruzione e la formazione degli operatori e intraprendere attività di sensibilizzazione dei pazienti e della popolazione riguardo la medicina personalizzata”.
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