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Passa la linea Meloni per la sicurezza di Kiev. La premier: "Spiragli di pace"
Oggi 17-08-25, 07:39
Tra le tante questioni uscite dal vertice in Alaska tra Trump e Putin, una in particolare sta tenendo banco, che si lega direttamente con la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Ed è la proposta di mettere sul piatto delle trattative un nuovo strumento in grado di garantire la sicurezza futura dell'Ucraina, ispirato all'Articolo 5 della Nato, di cui la stessa Meloni ha parlato ieri, rivendicando in qualche modo la paternità dell'idea. «Un'idea italiana», ha detto Meloni, quella di «un sistema che si ispiri all'articolo 5 della Nato» che sarebbe stata fatta sua dal presidente Usa Donald Trump dopo il vertice. «A questo riguardo – prosegue la premier Meloni – il Presidente Trump ha oggi ripreso l'idea italiana di garanzie di sicurezza che si ispirino appunto all'articolo 5 della NATO. Il punto di partenza della proposta è la definizione di una clausola di sicurezza collettiva che permetta all'Ucraina di beneficiare del sostegno di tutti i suoi partner, USA compresi, pronti ad attivarsi nel caso sia attaccata di nuovo». Ma non solo. Perché la presidente italiana ha anche ribadito per l'ennesima volta che solo Kiev potrà «trattare sulle condizioni» e sul destino dei «propri territori». Insomma, la premier - pur riconoscendo che la fine della guerra «è ancora complicata» - intravede «finalmente uno spiraglio per discutere di pace». E proprio sul nodo della sicurezza ucraina, ha osservato, che ad Anchorage si sono registrate «le novità più interessanti»: «Solo robuste e credibili garanzie», ha sottolineato, «potranno prevenire nuove guerre ed aggressioni». Le sue parole hanno anticipato di pochi minuti la nota congiunta sottoscritta dai leader europei, dopo una girandola di colloqui durante la mattinata di ieri, anche con lo stesso presidente americano, che li ha resi edotti circa il faccia a faccia con Putin. I leader Ue e Nato sono stati categorici: «È chiaro che l'Ucraina deve disporre di garanzie di sicurezza incondizionate per difendere efficacemente la propria sovranità e integrità territoriale», hanno spiegato infatti nella nota Meloni, il segretario della NatoMark Rutte, il presidente francese Emmanuel Macron, il cancelliere tedesco Friedrich Merz, il premier britannico Keir Starmer, il finlandese Alexander Stubb, il premier polacco Donald Tusk e i leader Ue Antonio Costa e Ursula von der Leyen. «La Russia non può avere diritto di veto sul percorso dell'Ucraina verso l'Ue e la Nato. Spetterà all'Ucraina prendere decisioni sul proprio territorio» e «i confini internazionali non devono essere modificati con la forza», hanno aggiunto aggiungono i leader europei. Condizioni che la Premier italiana ha poi ripreso e rimarcato, dichiarando che «Il punto cruciale rimane quello delle garanzie di sicurezza, solo l'Ucraina potrà trattare sulle condizioni e sui propri territori». Palazzo Chigi ha fatto sapere che domani la premier prenderà parte - in collegamento - alla riunione dei "volenterosi" convocata da Macron, che anticipa il viaggio del presidente ucraino a Washington. I leader europei si dicono «pronti a collaborare con Trump e Zelensky per organizzare un vertice trilaterale con il sostegno dell'Europa», specificando che «la Coalizione dei Volenterosi è pronta a svolgere un ruolo attivo» nell'offerta di garanzie di sicurezza per l'Ucraina. Un punto, questo, particolarmente importante per Meloni, che ha ribadito paternità italiana dell'idea di un articolo 5 "extra-Nato", ma del tutto assimilabile alla protezione di cui godono i componenti dell'Alleanza Atlantica nel caso di un'eventuale aggressione. Con l'Italia che, ha assicurato Meloni, «continuerà a fare la sua parte». D'altra parte, il Presidente del Consiglio aveva già parlato in più occasione della necessità di un sistema di garanzie simile per l'Ucraina, come ad esempio durante il consiglio europeo del 6 marzo scorso, scatenando le reazioni delle opposizioni, all'epoca contrarissime alla proposta, specie il M5S, che in quei giorni stilò addirittura un documento proprio sul tema per ribadire il proprio "no". «Garantire la tenuta del partenariato strategico Ue-Nato alla luce del valore fondante volto a promuovere e salvaguardare la pace, la libertà e la prosperità nella zona euro-atlantica - si legge nel documento - a tal fine non sostenendo l'ipotesi di attivazione dell'articolo 5 del TrattatoNord Atlantico a favore dell'Ucraina, considerato, altresì, il recente cambio della postura militare degli Stati Uniti in ambito Nato» Chissà se oggi avranno cambiato idea.
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