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Pd in tilt per il musicista russo. Picierno: "Sta con Putin". De Luca: "Non censuriamo"
Oggi 08-07-25, 19:04
Il direttore d'orchestra russo divide la sinistra. Valery Gergiev, considerato un fedele sostenitore di Putin, è atteso il 27 luglio alla Reggia di Caserta per guidare l'orchestra filarmonica del Teatro Verdi di Salerno e i solisti del Teatro Mariinskij di San Pietroburgo. L'ultima apparizione in Italia risale al lontano febbraio 2022, quando sarebbe dovuto salire sul palco del Teatro alla Scala di Milano. Proprio in quell'occasione fu emarginato, etichettato come complice dell'invasione in Ucraina, dal sindaco di Milano Giuseppe Sala. Questa estate, per Gergiev il festival italiano sarà il primo impegno in Europa occidentale dall'inizio della guerra . E ciò ha scatenato reazioni contrastanti. A sollevare la polemica è stata la Dem Pina Picierno, vicepresidente del parlamento europeo, che ha denunciato come «dopo tre anni e mezzo di guerra, c'è chi non ha ancora capito che prestare il fianco al regime di Putin, anche con queste iniziative, rappresenta una legittimazione del suo imperialismo abietto ed è un problema enorme». «Siamo tutti a favore della pace, della cultura- ha continuato- Ma Gergiev è una sorta di ambasciatore personale di Putin, che non ha mai voluto prendere le distanze dai suoi crimini di guerra, anzi». L'attacco è stato poi rivolto a Vincenzo De Luca, accusato di immobilismo nell'«evitare che i soldi dei contribuenti finiscano nelle mani dei fiancheggiatori di un regime criminale» e al quale è stato intimato di rimuovere il russo dal programma della rassegna. Ma il presidente della regione Campania ha confermato che Gergiev ci sarà. E contrariamente a Picierno, ha aggiunto: «Quando è cominciata l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia c'è stato un momento di stupidità e di follia nel nostro Paese. In Campania abbiamo invitato sempre insieme artisti russi e ucraini, palestinesi ed ebrei, per ricordare a tutti che la cultura è uno dei veicoli della civilizzazione umana oltre che del dialogo fra i popoli». Sul dibattito si è inserito anche Ivan Scalfarotto, Italia Viva: «Come sai sono totalmente dalla parte dell'Ucraina e penso tutto il male possibile di Putin e del suo regime, ma su questo non ti seguo, cara Pina. Se pensiamo di combattere questa battaglia censurando l'arte, la cultura e la musica, rischiamo di assomigliare noi stessi pericolosamente a quelli che vogliamo giustamente combattere». Mentre il tema crea diatribe all'interno delle correnti di centrosinistra, Fratelli d'Italia ha bollato la polemica come «inconcepibile». E per Antoniozzi, vicecapogruppo FdI alla camera, si rischia il «genocidio culturale. Probabilmente l'onorevole Picierno oggi vieterebbe anche a Dostoevskij, se fosse vivo, di venire in Italia».
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Il Tempo
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