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Piogge torrenziali devastano la regione di Valencia: ci sono almeno 95 vittime
30-10-2024, 22:02
Case sommerse dall'acqua, persone intrappolate e auto inghiottite dal fango. Sono le immagini scioccanti della Spagna, colpita da potenti piogge torrenziali che hanno causato morti e devastazione. Almeno 95 le vittime, quasi tutti, 92, nella regione di Valencia, 2 in quella di Castiglia-La Mancia e uno in Andalusia, nella provincia di Malaga. Tra loro ci sono anche bambini e neonati. Non risultano, al momento, italiani tra le vittime. Il bilancio complessivo potrebbe aumentare perché ci sono decine di dispersi, un numero che il governo spagnolo non è ancora in grado di determinare. E mentre intere famiglie sono alla ricerca dei propri cari e altre mille persone risultano ancora bloccate lungo le strade, il premier Pedro Sanchez ha esortato i residenti a «non abbassare la guardia». «L'emergenza continua», ha avvertito, assicurando che saranno messe a disposizione dei territori colpiti tutte le risorse dello Stato e se necessario dell'Ue. Il re Felipe VI e la regina Letizia si sono detti «sconvolti» e hanno fatto coraggio ai connazionali che stanno vivendo ore drammatiche. Il governo ha proclamato un lutto nazionale di tre giorni e Sanchez domani si recherà a Valencia. «Qui le persone hanno perso tutto», «non ho mai vissuto nulla di simile», ha raccontato a LaPresse María Jesús Herrada Ricart, consigliera comunale di Torrent, piccolo paese nella provincia di Valencia che ha subito pesanti danni per la Dana, com'è chiamato il fenomeno meteorologico che ha colpito la regione. A Torrent, parzialmente isolato per il crollo di ponti e la chiusura delle strade, i morti sono stati tra i 15 e i 20. Uno dei centri più colpiti è stato quello di Paiporta, con oltre 30 morti. «È stato il giorno peggiore della mia vita», «eravamo intrappolati come topi, le auto e i contenitori della spazzatura scorrevano lungo le strade, l'acqua è salita fino a 3 metri», ha raccontato a Rtve Ricardo Gabaldón, sindaco di Utiel. La Dana, Depressione isolata di alto livello", è stata la più feroce del secolo. L'Agenzia meteorologica statale spagnola ha stimato che in alcune località, come Utiel e Chiva, è caduta una quantità di pioggia pari a quella che può cadere in un anno intero. L'altissimo costo di vite umane ha fatto sorgere interrogativi sulla possibilità di prevenire una tragedia di queste dimensioni. I sindacati hanno denunciato che, nonostante le allerte meteorologiche, alcune aziende abbiano continuato a far lavorare gli impiegati e non li abbiano mandati a casa. La polemica è scoppiata per l'orario nel quale la protezione civile della regione di Valencia ha inviato l'allarme sui telefoni cellulari dei residenti, ovvero poco dopo le 20 di martedì. «L'allerta è arrivata tardissimo, quando era già tutto allagato e le persone erano già bloccate», ha detto a LaPresse Giuseppe Grezzi, consigliere comunale italiano di Valencia, ex assessore alla Mobilità della città, «mentre pioveva forte in alcuni paesi» della regione, «c'erano ancora bambini nelle scuole». Secondo Grezzi la Regione «non ha messo in atto le dovute misure eccezionali e di prevenzione», «nonostante l'allerta meteo della Aemet, l'Agenzia meteorologica spagnola, ci fosse da qualche giorno». Al momento il governo di Pedro Sanchez, di segno politico opposto al governo regionale di Valencia, non è voluto entrare nella polemica affermando che una valutazione sarà fatta al momento opportuno. Per far fronte alla crisi sono stati schierati oltre mille militari dell'Unità di emergenza e centinaia tra agenti della polizia nazionale, locale e Guardia civil. Messaggi di solidarietà sono arrivati dall'Italia. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha espresso il «più sincero cordoglio degli italiani» e «personale vicinanza», in un messaggi inviato al re Felipe VI. «L'Italia è vicina alla Spagna in questo terribile momento», ha affermato la premier Giorgia Meloni. Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha proposto assistenza e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha affermato che l'Ue è «pronta ad aiutare».
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Il Tempo
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