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Post choc pro Brigate Rosse, Cerno: "La piazza telecomandata arriva nelle università"
25-06-2025, 19:01
Quello di Agnese Tumicelli, la studentessa dell'università di Trento che ha pubblicato via social dei post pro Brigate Rosse e che ora si è dimessa da presidente del Consiglio studentesco e da componente del consiglio di amministrazione dell'ateneo, "non è un caso isolato". A sostenerlo è il direttore de Il Tempo, Tommaso Cerno, chiamato a discuterne al Tg4. Una storia, quella dell'attivista che ha indossato una maglia con una bambola brigatista e si è fatta ritrarre rannicchiata in una Renault 4 a rappresentare la scena del ritrovamento di Aldo Moro, che è dimostrazione plastica di una piazza che, telecomandata dall'alto, spesso inneggia al noto gruppo degli anni di piombo e rinfocola un clima di odio e di violenza. "Io non voglio immaginare che la sinistra parlamentare italiana, con la storia che ha, possa tacere volontariamente. Penso che siano distratti da altri argomenti": è l'auspicio del direttore del quotidiano romano. Tuttavia, potrebbe essere arrivato il momento di "tirare una linea molto precisa su cosa significhi una piazza di protesta. Piazza non solo legittima ma anche auspicabile in democrazia", ha proseguito Cerno. Il punto è che "la piazza che cominciamo a vedere, inizia a entrare nelle università e a trasportare gli studenti in qualche altra cosa". "In piazza vediamo una violenza che compare e scompare come se qualcuno avesse un telecomando e potesse decidere se quella piazza è la democrazia che protesta o se quella piazza sono frange anarchiche, centri sociali, neobrigatisti, veri o presunti tali, capaci di ispirarsi anche attraverso il web a simboli che dimostrano che l'orrore che in questo Paese abbiamo denunciato per molti anni non solo non è stato cancellato, ma fa parte dell'idea politica di qualcuno che pensa che i morti di una parte valgano più di quelli di un'altra", ha scandito Cerno, sottolineando il carattere "inquietante" di questa tendenza.
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