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Post choc sulla figlia di Meloni, scuse a metà del prof: "Gesto stupido ma..."
01-06-2025, 11:00
Scuse infarcite di "ma" e "però" per il "gesto stupido" quelle dell'insegnante che ha augurato una morte terribile - come quella della povera Martina Carbonaro, la 14enne uccisa ad Afragola - alla figlia della premier Giorgia Meloni. Stefano Addeo, prof di tedesco in un liceo della provincia di Napoli, dopo una giornata di polemiche - la stessa premier ha parlato di "clima oscuro e malato" - offre la sua versione dei fatti in un'intervista pubblicata dal Roma online. "È stato un gesto stupido. Un post scritto d'impulso nella notte, dopo aver sentito al telegiornale che l'Italia continuava a inviare armi a Israele. Mi sono svegliato la mattina e ho detto: 'Madonna mia, cosa ho scritto'. L'ho cancellato subito. Mi pento del contenuto. Non si augura mai la morte, soprattutto a una bambina. Ma non ritiro le mie idee politiche: non mi sento rappresentato da questo governo e non cambio idea neanche se mi imprigionano", afferma l'insegnante che in passato aveva lavorato anche a Riva del Garda. "Non si augura mai la morte, soprattutto a una bambina - afferma - Ma non ritiro le mie idee politiche: non mi sento rappresentato da questo governo e non cambio idea neanche se mi imprigionano". Insomma, si pente per gli auguri di morte ma in una certa misura si sente lui una vittima, tanto che proclama di odiare ogni forma di violenza... Sentite cosa dice: "Mi rendo conto della gravità. È stato un gesto impulsivo, una superficialità. Ma in classe non ho mai fatto politica. I miei studenti mi conoscono, mi vogliono bene. Odio ogni forma di violenza. Amo gli animali, faccio volontariato con i bambini malati. È evidente che è stato un errore, ma non si può cancellare una persona per questo". Tuttavia scorrendo la bacheca su Facabook del prof, di post carichi di odio e insulti ce ne sono diversi. Ma tant'è. Addeo poi racconta: "Mi hanno minacciato di morte, lanciato pomodori contro le vetrine di casa, insultato in tutti i modi. Sono andato dalla Polizia Postale, ho sporto denuncia. Non ho cancellato il post per paura: l'ho cancellato perché da solo mi sono accorto che era sbagliato". Insomma, "chiedo scusa" ma "non riconosco questa maggioranza", è il ritornello dell'insegnante che dice che il suo gesto "è stato strumentalizzato. Sono stato attaccato da persone che si definiscono 'amici del governo', che hanno diffuso il mio nome e il mio volto, che mi vogliono vedere licenziato", arriva a denunciare. Non solo. Lancia un messaggio al ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara: "Non accetto che si dica che un insegnante debba condividere pedissequamente le idee del governo per essere ritenuto degno del suo ruolo. I miei studenti mi adorano e lo dimostrano i messaggi che mi stanno mandando in queste ore". Se queste sono scuse...
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