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Post dell'odio, la carrellata degli orrori. Dopo Meloni e Piantedosi i figli di Salvini e Tajani
02-06-2025, 07:08
Mala tempora currunt, erano soliti ripetere i latini. Un'espressione che descrive alla perfezione la recente ondata di odio nei confronti del centrodestra e, aspetto assai più grave, dei familiari dei membri del governo. Una deriva ignobile. Una linea netta che è stata pesantemente oltrepassata. Perché se è vero che lo scontro politico può essere anche acceso, il dibattito ficcante e le accuse taglienti, quando si minacciano i figli si compie un gesto che non può essere giustificato in alcun modo. Il primo atto di questo osceno contesto sono stati gli auguri di fare «la fine di Martina» (il riferimento è alla ragazza 14enne uccisa dall'ex fidanzato ad Afragola) alla figlia di Giorgia Meloni. Autore dell'indegno post Stefano Addeo, un docente di tedesco di un istituto superiore della provincia di Napoli. Ieri la nuova puntata di una dinamica che, se non stroncata sul nascere, rischia di diventare davvero pericolosa. Sono infatti giunte gravi offese e minacce anche nei confronti dei figli di altri due esponenti del governo, Matteo Salvini e Matteo Piantedosi, ministro dei Trasporti e ministro dell'Interno. Fa riflettere la dinamica occorsa al leader della Lega. È stato infatti creato un profilo ad hoc, offensivo, dedicato alla figlia Marta, dove compaiono nome e cognome e numerose offese. Ma non basta: «Si vergognerà del padre ladro, corrotto, nazista». Alle figlie di Piantedosi, invece, è arrivato un augurio di morte da parte dell'utente Habbaj Faouzi, che si è espresso in un commento sotto al tweet nel quale il titolare del Viminale condannava proprio le parole di Stefano Addeo nei confronti della figlia del Primo Ministro. «Un conto sono il confronto politico e la critica, anche accesi, sempre ammessi in democrazia – ha scritto su X Matteo Salvini - Tutt'altro conto sono le minacce e gli insulti, volgari, pesanti, schifosi ai familiari e ai bambini, che non c'entrano nulla. Questo non si può tollerare in alcun modo. Criticate pure me, lasciate stare i miei figli. Questo clima d'odio, alimentato anche da certa stampa e da certa politica, è preoccupante e va fermato, senza se e senza ma». Una dinamica su cui è intervenuta, con un post su Facebook, anche il Premier Giorgia Meloni. «Le minacce rivolte anche ai figli del vice premier Matteo Salvini e del ministro Matteo Piantedosi dimostrano che non siamo davanti a episodi isolati, ma a una spirale d'odio alimentata da un fanatismo ideologico che ha superato ogni limite. La mia piena solidarietà a Salvini e a Piantedosi. Nessuna divergenza politica, nessuna battaglia ideologica può mai giustificare l'attacco ai figli, ai bambini, alla parte più intima e sacra della vita di una persona». Perentorie anche le parole del ministro dell'Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara: «Le ignobili offese e minacce rivolte alle figlie di Matteo Salvini e di Matteo Piantedosi, a cui va la mia forte solidarietà, dimostrano il grado di inciviltà che una certa battaglia politica ha ormai raggiunto. È più che mai urgente ripristinare una cultura del rispetto». Ma cosa rischia, concretamente, Stefano Addeo? Secondo quanto appreso dalle nostre fonti risulta che certamente verranno presi «provvedimenti molto importanti». Già domani vi saranno le prime riunioni per capire come muoversi e quali saranno i passi, anche a livello burocratico, da seguire per evitare successivi (ma assai probabili) ricorsi dei sindacati.
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