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Qatar porto franco per Hamas. Dopo l'attacco israeliano i terroristi vivono nell'incubo
Oggi 11-09-25, 07:29
A un giorno dalle esplosioni che hanno scosso Doha non si ha notizia sul destino delle persone colpite, Hamas ha dichiarato che tutti ne sono usciti indenni. Anche se non affidabile è difficile si rilasci una dichiarazione sapendo che può essere smascherata in tempi brevi. Come sempre conferme e smentite si rincorrono. L'ipotesi che qualcuno l'abbia scampata regge se confrontata con altre fonti provenienti dal Golfo e con il ritardo di Israele nel fornire risposte. L'unico dato certo è che l'IDF vaglia le informazioni prima di rilasciare dichiarazioni ufficiali. Le bombe hanno causato gravi danni alla villa dove la dirigenza si era riunita e il luogo è ancora chiuso sia al pubblico, sia ai giornalisti il che fa pensare a una ripulitura in corso. Non ci sono foto o video dei capi di Hamas scattate o girati nelle ultime ore e anche le reti televisive arabe, che hanno citato le affermazioni di Hamas, non hanno ancora pubblicato alcuna prova che Khalil al-Hayya, Zaher Jabarin, Muhammad Darwish, Musa Abu Marzouk o qualsiasi altra figura di spicco siano vivi. L'unica ammissione è che il figlio di Khalil al-Hayya, al-Hamam, è morto nell'attacco. Rimane che Suhail al-Hindi di Hamas, mentre discuteva del destino di Khalil al-Hayya durante una diretta su Al-Jazeera ha usato la parola «shahid», martire. Balbettando ha poi aggiunto: «Khalil al-Ha... ehm... Hamam Khalil al-Hayya, Abdullah Abd al-Wahd, Mu'man Hassuna, Ahmad Abd». La registrazione è stata più volte ascoltata, potrebbe essere stato un lapsus dovuto alla confusione o un errore rivelatore. Hamas ha sempre fatto del Qatar una sorta di porto franco ma Ismail Haniyeh, l'ex leader eliminato a Teheran il 31 luglio 2024, aveva dichiarato alla BBC che i principali membri di Hamas avevano trasferito le loro attività in Iran. Già allora qualcosa stava cambiando. Circa mille membri di Hamas con famiglia, anche ex prigionieri rilasciati da Israele negli scambi con i rapiti, vivono a Doha in case fornite dal governo mentre ai membri più anziani sono state assegnate ville private. Il Qatar è parte in causa dell'attuale caos in Medioriente e spiega perché Gerusalemme ha sempre mal sopportato la presenza di sui rappresentanti nelle trattative per la liberazione degli ostaggi. Durante la notte fonti di Intelligence hanno espresso dubbi sul raggiungimento degli obiettivi e hanno affermato di essere pessimisti in merito all'impatto sulla maggior parte degli stessi. È stato comunque ribadito che non si tratta di risultati definitivi, la raccolta dati non è ancora completa. Molti leader mediorientali sono arrivati o arriveranno a Doha come il presidente degli EAU Mohammed bin Zayed e il principe giordano Hussein bin Abdullah. Saranno raggiunti dal principe saudita Mohammed bin Salman che ha condannato gli attacchi israeliani contro lo Stato fratello del Qatar. Ursula von der Leyen ha annunciato che proporrà nuovamente all'Unione Europea di sospendere l'accordo di associazione con Israele e di imporre sanzioni ai ministri israeliani estremisti. Il Capo di Gabinetto giapponese, Yoshimasa Hayashi, ha dichiarato che l'attacco rappresenta una minaccia alla sovranità e alla sicurezza regionale del Qatar. A prescindere dal fallimento o meno dell'operazione e dalle ripercussioni diplomatiche che Israele dovrà affrontare, un obiettivo lo ha raggiunto: sia la BBC, sia il Wall Street Journal hanno dichiarato che è stato infranto il senso di città rifugio che Hamas aveva a Doha. I suoi leader si spostavano di frequente verso il Cairo e Istanbul dove hanno uffici. Anche se scampati la sicurezza è caduta a pezzi e le minacce di Israel Katz, ministro della Difesa israeliano la dice lunga. Oltre a vivere nell'incubo di essere colpiti, per i capi di Hamas sarà ora più difficile muoversi per organizzare il terrore.
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