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"Quando potrò farmi una vita". L'audio di Sempio a Quarta Repubblica
16-09-2025, 12:02
“Ho 28 anni, questa cosa durerà 16 anni. Vuol dire che io avrò 44 anni circa e potrò dire: bene, ora so che il guadagno va nelle mie tasche”. A parlare è Andrea Sempio in un'intercettazione risalente 22 febbraio 2017, all'epoca indagato e poi prosciolto per l'omicidio di Chiara Poggi. L'audio è stato diffuso durante la prima puntata della nuova stagione di Quarta Repubblica, il programma di Rete 4 condotto dal giornalista Nicola Porro, a cui hanno partecipato anche l'avvocato Antonio De Rensis, legale di Alberto Stasi, e il genetista Matteo Fabbri. Le parole di Andrea Sempio Ad oggi Sempio è l'unico indagato nella nuova inchiesta sul delitto di Garlasco coordinata dalla Procura. Il giovane era già stato attenzionato dagli inquirenti alcuni anni fa, per ben due volte, tra il 2016 e il 2017 e nel 2020, ma poi la sua posizione venne archiviata. Tuttavia, agli atti dell'attuale fascicolo d'indagine sarebbero state acquisite anche le vecchie intercettazioni ambientali, che contengono alcuni soliloqui del ragazzo, oggi 39enne, o stralci di conversazioni telefoniche intrattenute con amici e familiari. “Questa cosa durerà 16 anni. - dice Sempio, parlando ad alta voce, in una registrazione del 2017 - Quindi finalmente posso uscire dalla mia stanzetta e farmi una vita. Nella più rosea delle ipotesi, io ho 28 anni e quando ne avrò circa 45 arriverò al punto di dire ‘bene, la causa è conclusa, ho recuperato 70mila euro e ne ho 100mila di spese. Cioè questo sembra assurdo ma il calcolo è reale”. Verosimilmente il giovane sta facendo un rendiconto delle spese legali, ipotizzando di poter lasciare il tetto familiare “all'età di 55 anni”. La replica dell'avvocato De Rensis “Ragionando da un punto di vista oggettivo, da garantista, sposo le sue parole - ha dichiarato l'avvocato de Rensis dopo aver ascoltato l'intercettazione - Ragionando da legale di Alberto Stasi, e come cultore della giustizia, dico che se forse l'ex procuratore aggiunto Venditti non avesse capito in 21 secondi che Sempio non c'entrava nulla, come ha detto lui, forse avrebbe fatto indagini più approfondite. E forse, oggi non ci sarebbe questa situazione e magari poteva esserci un'altra soluzione”. Quanto alla nuova inchiesta, De Rensis, replicando all'intervento del giornalista Stefano Zurlo, ha ribadito: “È pericoloso dire che l'indagine attuale è fondata su un'idea. Quella di Vigevano ha delle responsabilità precise, perché tutti i ‘buchi' sono frutto di attività fatte male”. Le impronte sulla spazzatura Nel corso della puntata si è parlato anche del maxi incidente probatorio relativo al contenuto della spazzatura di casa Poggi, che contiene la colazione consumata da Chiara la mattina del delitto, poco prima di essere uccisa. Il sacchetto venne sequestrato all'epoca delle prime indagini ma non è mai stato analizzato. “Una prima ispezione che tentammo di fare nel lontano 2007, quando ci venne data la prima possibilità di accedere alla casa dopo circa 30 giorni dall'omicidio di Chiara, tentammo, invano, durante il sopralluogo, di poter esaminare il contenuto della pattumiera, azione che ci venne fortemente bloccata e impedita. - ha rivelato il genetista Matteo Fabbri - Riuscimmo semplicemente a fare una piccola fotografia di questo contenuto dove, a ricordo, comparivano i Fruttoli e il tè". “Non ho una risposta sul perché ci fu impedito - ha concluso l'esperto - Sicuramente era un reperto centrale che doveva interessare a tutte le parti, non solo a noi della difesa ma soprattutto agli inquirenti”.
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