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"Quello che dice non conta": affondo di Trump a Macron sulla Palestina
Ieri 25-07-25, 21:57
"La catastrofe umanitaria a Gaza deve finire subito" e il governo di Benjamin Netanyahu dovrebbe "revocare immediatamente le restrizioni sull'accesso degli aiuti" a Gaza. È questa la richiesta a Israele da parte di Francia, Germania e Regno Unito - il cosiddetto formato E3 - al termine della telefonata fra Emmanuel Macron, Friedrich Merz e Keir Starmer. La call è giunta all'indomani dell'annuncio di Macron sul riconoscimento dello Stato di Palestina, che la Francia formalizzerà durante l'Assemblea generale dell'Onu a settembre. Una richiesta, quella dell'E3, che sembra una risposta a quanto dichiarato poche ore prima dall'esercito israeliano, che ha annunciato che consentirà la ripresa dei lanci aerei di cibo su Gaza a causa delle difficili condizioni umanitarie ma ha sostenuto che non c'è carestia nella Striscia. L'annuncio di Macron sul riconoscimento della Palestina, intanto, ha scatenato un'ondata di reazioni. "Quello che dice lui non conta", ha detto Donald Trump, pur definendo il presidente francese "un brav'uomo". Il capo della diplomazia Usa, d'altra parte, aveva già chiarito che "gli Stati Uniti respingono fermamente il piano di Emmanuel Macron", parlando di "decisione sconsiderata". Chi ha accolto con favore la notizia è il presidente dell'Autorità nazionale palestinese (Anp) Mahmoud Abbas, che ha parlato di "vittoria per la causa palestinese". Mentre Germania e Regno Unito, come pure l'Italia, hanno frenato in merito. "Il riconoscimento del nuovo Stato palestinese deve avvenire in contemporanea con il riconoscimento da parte loro dello Stato di Israele", ha chiarito il ministro degli Esteri Antonio Tajani. Berlino, dal canto suo, ha fatto sapere che non riconoscerà lo Stato di Palestina "a breve" perché "continua a considerare il riconoscimento di uno stato palestinese come uno dei passi finali verso la realizzazione di una soluzione a due Stati", anche se il ministro degli Esteri su Israele in generale ha detto che la Germania valuta una svolta perché la situazione umanitaria a Gaza "è totalmente inaccettabile". Quanto al Regno Unito, oltre 200 deputati di vari schieramenti hanno firmato una lettera congiunta per chiedere al governo di riconoscere formalmente la Palestina, ma il premier britannico Keir Starmer ha lasciato intendere che non ci sarà un riconoscimento a breve, affermando che questo "deve far parte di un piano più ampio che porti, in ultima analisi, a una soluzione a due Stati e a una sicurezza duratura per palestinesi e israeliani".
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