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Rage bait, così la rabbia è diventata motore dei social. E' la parola dell'anno
Oggi 01-12-25, 16:39
Scrollando i social ti senti improvvisamente irritato, provocato, spinto a reagire? Non sei solo: secondo l'Oxford University Press, sempre più utenti stanno cadendo nella trappola del “rage bait”, termine eletto parola dell'anno 2025 dalla casa editrice dell'autorevole dizionario della lingua inglese. L'Oxford Dictionary definisce il “rage bait” (“esca per rabbia” è la traduzione letterale) come contenuti online creati apposta per suscitare rabbia, frustrazione o indignazione, con l'obiettivo di generare traffico e interazioni. Una forma più aggressiva del “clickbait”: non più curiosità, ma emozioni negative usate come carburante per far schizzare in alto commenti, condivisioni e visibilità. Secondo l'Oxford University Press, l'uso del termine è triplicato negli ultimi dodici mesi. A contendersi il titolo c'erano anche “aura farming” e “biohack”, ma il peso che l'indignazione digitale ha assunto nelle conversazioni del 2025 ha convinto linguisti e pubblico a scegliere “rage bait” come parola dell'anno. “Il boom del termine mostra quanto siamo diventati consapevoli delle tattiche manipolative che ci coinvolgono online”, ha spiegato Casper Grathwohl, presidente di Oxford Languages. “Internet puntava a catturare l'attenzione; ora mira a influenzare le nostre emozioni”. Capita a chiunque frequenti social e piattaforme di informazione: un video deliberatamente provocatorio, un'opinione estrema, un'immagine studiata per irritare. Lo scopo non è informare né aprire un dibattito, ma innescare reazioni istintive. E più gli utenti si infuriano, maggiore è il ritorno in termini di visibilità per chi pubblica. Il fenomeno si inserisce in un ciclo che, secondo il linguista Grathwohl, accomuna le parole del 2024 e del 2025: dalla “brain rot” – il logorio mentale dello scroll infinito – alla rabbia come motore degli algoritmi. “L'indignazione genera engagement, gli algoritmi la amplificano e l'esposizione costante ci lascia esausti”, ha sintetizzato Grathwohl. In lizza c'erano altri termini come “aura farming” (la costruzione di un'immagine personale magnetica e affascinante, capace di trasmettere sicurezza o mistero) e “biohack” (le pratiche – dalla dieta agli strumenti tecnologici – per ottimizzare prestazioni fisiche, mentali o il benessere generale). I tre termini sono stati sottoposti al voto pubblico, che ha contribuito alla scelta finale degli esperti di Oxford. Non solo Oxford. Il Cambridge Dictionary ha scelto “parasocial” come parola del 2025, definendo così la relazione emotiva che un individuo sente nei confronti di una celebrità che non conosce, come l'ondata di reazioni all'annuncio di fidanzamento tra Taylor Swift e il giocatore di football Travis Kelce. Collins ha invece optato per “vibe coding”, ovvero lo sviluppo di app o siti descrivendoli a un'intelligenza artificiale invece di scrivere codice manualmente. Con “rage bait”, la fotografia linguistica del 2025 mette in primo piano un tema cruciale: l'evoluzione delle emozioni nell'ecosistema digitale, sempre più terreno fertile per strategie pensate per catturare – e manipolare – la nostra attenzione.
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