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Rampelli esplode per la sentenza della Corte Ue: “Sentenza eversiva su decisioni sovrane”
Ieri 01-08-25, 14:33
La designazione di un Paese terzo come "Paese di origine sicuro" deve poter essere oggetto di un controllo giurisdizionale effettivo. È quanto ha stabilito la Corte di Giustizia dell'Unione europea in una sentenza sul protocollo Italia-Albania. Secondo la Corte, il cittadino di un paese terzo può vedere respinta la sua domanda di protezione internazionale in esito a una procedura accelerata di frontiera qualora il suo paese di origine sia stato designato come "sicuro" ad opera di uno Stato membro. La Corte precisa che tale designazione può essere effettuata mediante un atto legislativo, a condizione che quest'ultimo possa essere oggetto di un controllo giurisdizionale effettivo vertente sul rispetto dei criteri sostanziali stabilite dal diritto dell'Unione. Inoltre, le fonti di informazione su cui si fonda tale designazione devono essere accessibili al richiedente e al giudice nazionale. Uno Stato membro non può, tuttavia, includere un Paese nell'elenco dei Paesi di origine sicuri qualora esso non offra una protezione sufficiente a tutta la sua popolazione. Una decisione che ha mandato su tutte le furie la maggioranza al governo. Non si nasconde il vicepresidente della Camera dei deputati, Fabio Rampelli, onorevole di Fratelli d'Italia: “La filosofia del diritto, anzi dei diritti, che ispira la magistratura globalista, da Roma a Lussemburgo, sede della Corte di Giustizia dell'Unione Europea, pare preveda appunto che tutti abbiano diritti tranne gli Stati nazionali, soprattutto quelli guidati da governi di centrodestra. A loro viene sistematicamente disconosciuto il potere legittimamente esercitato di stabilire chi e come far entrare nel proprio territorio i cittadini stranieri, sulla base di una normativa approvata da parlamenti democraticamente eletti. C'è qualcosa di eversivo in questo modo di subordinare l'autonomia politica degli Stati a sentenze frutto di interpretazioni astratte del diritto europeo”. “Avremo modo di approfondire la sentenza ma dire che non ci piace è un eufemismo”, la chiosa di Rampelli di FdI.
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