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Regionali 2025: urne aperte in Veneto, Campania e Puglia. Tutte le sfide
Oggi 23-11-25, 07:55
Le elezioni regionali del 23 e 24 novembre vedono al voto Campania, Veneto e Puglia, dove milioni di cittadini sono chiamati a scegliere i nuovi presidenti e i Consigli regionali. In Campania la sfida principale è tra Roberto Fico, sostenuto dal campo largo di centrosinistra, ed Edmondo Cirielli, viceministro degli Esteri e candidato del centrodestra compatto. Accanto a loro corrono quattro candidati indipendenti. Le liste in campo sono numerose: solo a Napoli se ne contano venti, con schieramenti che vanno dal Pd al M5s, da Avs alle civiche legate a De Luca, fino ai partiti del centrodestra tradizionale, da Fratelli d'Italia alla Lega. Molti i nomi di rilievo, dagli uscenti regionali a figure simboliche come la mamma di Giovanbattista Cutolo e l'attivista palestinese Souzan Fatayer. Il sistema elettorale campano prevede il voto disgiunto, due preferenze con obbligo di equilibrio di genere e una soglia di sbarramento al 2,5%. Il candidato più votato diventa presidente senza ballottaggio, mentre alla coalizione vincente spetta almeno il 60% dei seggi. Oltre alle regionali, si vota per le amministrative a Monteforte Irpino e soprattutto a Caivano, comune reduce da due scioglimenti in cinque anni e al centro di un forte impegno istituzionale per la legalità. In Veneto, dove sono chiamati alle urne oltre 4,3 milioni di elettori, la partita è segnata dal confronto tra Alberto Stefani, candidato del centrodestra e naturale erede dell'era Zaia, e Giovanni Manildo, sostenuto dal centrosinistra e dal M5s. A completare il quadro ci sono Fabio Bui per i Popolari, Riccardo Szumski per Resistere Veneto e Marco Rizzo per Democrazia Sovrana e Popolare. Anche qui è ammesso il voto disgiunto e si possono esprimere fino a due preferenze. L'assegnazione dei 51 seggi avviene con sistema proporzionale e premio di maggioranza: chi supera il 40% ottiene almeno il 55% dei seggi, soglia che cresce se la coalizione va oltre il 50%. La Puglia vive una corsa elettorale dominata dal favorito Antonio Decaro, ex sindaco di Bari, sostenuto da una vasta coalizione di centrosinistra che riunisce Pd, M5s, Avs, Italia Viva, +Europa e altre liste civiche. Il centrodestra ha scelto l'imprenditore Luigi Lobuono, appoggiato da FdI, Fi, Lega, Udc e Noi Moderati. Corrono anche Sabino Mangano con una proposta civica e Ada Donno per l'area comunista e socialista. Sono ben 565 i candidati al Consiglio regionale, con molti volti noti dei partiti tradizionali e figure di spicco come Nichi Vendola per Avs. L'ex governatore Michele Emiliano, dopo il veto di Decaro, ha rinunciato a correre per il consiglio regionale ma per lui, in caso di vittoria, sarebbe pronto un assessorato. Il sistema elettorale pugliese assegna 50 seggi più il presidente, con riparto misto tra circoscrizioni e collegio unico regionale e un meccanismo che garantisce la maggioranza alla coalizione del presidente eletto. La soglia di sbarramento è dell'8% per liste singole e coalizioni e del 4% per le liste in coalizione. Con un quadro politico così articolato, la tornata elettorale rappresenta un test cruciale per i rapporti di forza nazionali e per il futuro assetto delle tre regioni coinvolte.
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