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Regionali Puglia, Bonelli ora blinda Vendola ma fu lui a farlo fuori
Oggi 01-09-25, 08:33
Esposti, attacchi (verbali) furiosi e una distanza politica che pareva siderale. Pareva, appunto. Perché ciò che gli uomini divide, la cadrega unisce. E così il compagno che fece fuori Vendola, oggi lo blinda. Stiamo parlando del leader maximo di Avs, Angelo Bonelli, che nel 2010 si presentò in Procura. Per presentare un atto di denuncia che dette il via all'inchiesta «Ambiente Svenduto». Una vicenda legata all'Ilva, che avrebbe portato ad un processo penale al termine del quale Vendola venne condannato in primo grado a tre anni e mezzo di reclusione (un giudizio poi annullato dalla Corte di Appello di Taranto). «Perché nella sua qualità di Governatore della Regione chiese Bonelli a Vendola nel 2014-non ha mai ricorso presso la Corte Costituzionale? Non dice la verità, deve dimettersi». Parole al vetriolo, alle quale il Presidente di Sinistra Italiana rispose da par suo: «Bonelli è Verde per accaparrarsi voti, un avvoltoio». Come da prassi, la rive gauche della politica Italiana fa spallucce. E fa finta di non ricordare. Ma per capire, a fondo, l'affaire pugliese è necessario fare un passo indietro. E partire da Francesco Boccia, l'uomo che la segreteria dem ha mandato trai trulli per cercare di dirimere l'intricata matassa. La missione tra Bari, il sole del Salento e il mare tarantino non sta però portando i risultati sperati. Perché, gli elefanti, a questo giro, non si accontentano più di ballare in cimiteri sconosciuti (come cantava Caparezza nel lontano 2008). Ma pretendono un bel posto al sole e il tutt'altro che modesto stipendio da consigliere regionale. Nichi Vendola e l'onnipresente Michele Emiliano non hanno alcuna intenzione di cedere alle richieste del candidato governatore dei progressisti, l'eurodeputato Antonio Decaro. Che, per dirlo con parole semplici, non li vuole nella sua squadra. Perché conoscono i meccanismi e, de facto, assumerebbero il ruolo di ingombrante balia di Decaro. Che, al contrario, vuole sentirti libero di portare avanti la propria azione politica, ammesso (aspetto tutt'altro che secondario) che la sinistra sia in grado di vincere le elezioni. L'ex sindaco di Bari è disposto a tutto pur di fare fuori i suoi ex amici. Ha più volte minacciato il suo partito, ilPd e i suoi alleati di essere pronto a fare un passo indietro. Tanto, il lauto stipendio da europarlamentare non glielo toglie nessuno. E, nel frattempo, potrebbe lanciare la sfida a Elly Schlein per lo scranno più alto nel Nazareno. Avs ha detto a chiare lettere di pretendere di decidere autonomamente i propri candidati. Il principale sostenitore di Nichi Vendola? Ma proprio quell'Angelo Bonelli che nel 2010 lo aveva denunciato. E così il centrosinistra, convinto di aver trovato finalmente la formula magica nel campo largo, rischia di ritrovarsi con un pugno di mosche in mano. In queste ore i plenipotenziari della rive gauche della politica italiana si stanno spremendo le meningi per pensare al piano b. Tra le ipotesi più ricorrenti (ma quanto mai grottesche) vi è anche la possibilità di candidare come governatore proprio Nichi Vendola. Perla somma gioia di Angelo Bonelli. Avs è un partito molto ambizioso, in crescita (nei sondaggi) nonostante alcune scivoloni fragorosi (basti pensare alla defenestrazione di Aboubakar Soumahoro). Ma al Sud il linguaggio rococò e l'innegabile carisma del fondatore di Sel rappresentano ancora oggi una garanzia, in termini elettorali. Fallita la missione pugliese, nei prossimi giorni Francesco Boccia tornerà a Roma. Per riferire alla donna dai tre passaporti. E così la palla passerà a Elly Schlein, che dovrà cercare di trovare un nuovo, complicato accordo in pieno stile democristiano. A destra giovedì si terrà il tavolo di confronto del centrodestra per decidere il candidato dei conservatori: in pole position Marcello Gemmato, Sottosegretario alla Salute.
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