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Regionali Toscana, leader del centrodestra uniti: "Nati per ribaltare pronostici"
Oggi 11-10-25, 14:39
Una sfida difficile. Considerata fino ad un mese fa sostanzialmente chiusa. Poi la determinazione di Alessandro Tomasi, le forti perplessità dei moderati, dei dipendenti e dei cattolici sulla proposta di punta dei progressisti (il reddito di cittadinanza regionale) e l'evidente deriva a sinistra del Campo Largo hanno rimesso tutto in gioco. Ieri, al comizio tenutosi a Firenze, atto finale prima delle elezioni in Toscana (che si terranno domani e lunedì), c'erano i tre tenori: Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Antonio Tajani. Alle 17 e 15 Piazza San Lorenzo è già strapiena di persone. Cinquemila unità, forse persino qualcuno di più. Dopo una mezz'ora di piacevole attesa (in riva all'Arno ieri sembra di essere in una giornata di fine inizio giugno, dal caldo che faceva) vengono chiamati sul palco i principali sindaci di centrodestra in Toscana, da Francesco Ferrari (Piombino) a Alessandro Ghinelli (Arezzo), senza dimenticare Nicoletta Fabio (Siena) e, tra gli altri, Mario Pardini (Lucca). «A Firenze il campo largo fa tante manifestazioni, sono tanto uniti che devono dividersi in quattro – ricorda il leader di Noi Moderati, Maurizio Lupi - Grazie a chi non ha strumentalizzato la solidarietà per Gaza, chi lo ha fatto, mettendo a ferro e fuoco le piazze, si è macchiato una vergogna e non è rispettoso per quel popolo». Passeggiando per Piazza San Lorenzo incontriamo Giada, 73 anni: «Sono arrivata qua poco dopo le tre del pomeriggio. Mi sono messa seduta sulla scalinata della chiesa, in attesa che il comizio iniziasse. Cosa penso di queste elezioni? Scopa nuova scopa meglio. Spero sia la volta buona. Ma non sarà facile». Una valutazione condivisa da molti elettori: la sensazione, soprattutto tra gli attivisti che si sono impegnati nella campagna elettorale, è decisamente positiva. Il pubblico in un attimo si infiamma, quando sul palco sale il candidato governatore Alessandro Tomasi: «Ora tocca a voi fare la rivoluzione il 12 e 13 ottobre, tocca a voi andate a votare. In Toscana vogliamo uscire con le nostre forze dalle difficoltà. Bisogna rimettersi in moto, possiamo essere più moderni, non ci dobbiamo arrendere e lo vogliamo dimostrare in questi giorni» Nel corso dell'evento sono tre i simpatizzanti che accusano dei lievi malore, e vengono prontamente assistiti dai soccorritori della Misericordia. «Possiamo Vincere in Toscana, il centrodestra è sempre unito, non siamo una coalizione elettorale ma una alleanza politica – sottolinea il segretario di Forza Italia, Antonio Tajani- La ricetta è sempre quella: meno tasse, meno tasse, meno tasse, solo così cresce l'economia e si guarda al futuro con speranza. Dobbiamo abbassare la pressione fiscale, dobbiamo fare in modo che le tasse diminuiscano come stiamo facendo al governo». Matteo Salvini, leader della Lega, sceglie di ricordare Charlie Kirke lancia in piazza una maglietta nera con il volto dell'attivista ucciso e la scritta Freedom. Poi punta deciso il dito contro l'autentico leader della sinistra italiana, il segretario della Cgil: «Contro chi sciopererà Landini adesso? Come farà a bloccare strade, stazioni, porti e aeroporti? Chi sceglie la Lega e il centrodestra, sceglie anche la difesa dei valori, delle nostre campane e dei nostri simboli, del concetto di famiglia. La mamma si chiama mamma e il papà si chiama papà». La giornata di chiusura della campagna elettorale perle elezioni in Toscana si conclude con un'autentica ovazione, con la quale il pubblico accoglie Giorgia Meloni: «A sinistra non hanno le idee molto chiare, ma sono disposti a fare qualsiasi patto per gestire il potere. Per questo non li vedete sullo stesso palco. Voi avreste fatto accordi con chi definivate mafioso? Questo dicevano i 5 Stelle di quelli che ora sono i loro alleati. Noi siamo nati per stravolgere i pronostici e lo vogliamo fare anche in Toscana». Poi sulla pace in Palestina: «La sinistra non riesce a gioire per la tregua perché ora non sa cosa fare col business della guerra, non ci facciamo fare la morale da una sinistra sempre più radicalizzata. Ma quale campo largo, è un Leoncavallo largo, un enorme centro sociale. Sono più fondamentalisti di Hamas. Noi siamo fieri di non essere come loro».
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