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Retromarcia Ue, salta il divieto alla vendita di auto benzina e diesel dal 2035
Oggi 16-12-25, 19:55
Retromarcia della Commissione europea: salta il divieto alla vendita di auto nuove con motori a benzina e diesel dal 2035. Il taglio di emissioni richiesto passa dal 100% al 90% ma la neutralità climatica viene mantenuta con un meccanismo di acquisto di crediti per il rimanente 10%. Viene lasciato spazio alla neutralità tecnologica – come chiesto da produttori e diversi Stati – e assumono maggiore ruolo i biocarburanti e gli e-fuels per la transizione. La Commissione ha presentato un pacchetto che affronta sia l'offerta sia la domanda nella transizione del settore automobilistico: sul lato dell'offerta, propone una revisione degli standard esistenti di emissioni di CO₂ per auto e furgoni e un emendamento mirato a quelli per i veicoli pesanti (Hdv). Sul lato della domanda, propone un'iniziativa per decarbonizzare le flotte aziendali con obiettivi nazionali vincolanti per i veicoli a zero e basse emissioni. Gli standard di CO₂ ora prevedono ulteriori flessibilità per sostenere l'industria e rafforzare la neutralità tecnologica, garantendo al contempo prevedibilità ai produttori e mantenendo un chiaro segnale di mercato verso l'elettrificazione. Dal 2035 in poi, i costruttori dovranno rispettare un obiettivo di riduzione del 90% delle emissioni allo scarico, mentre il restante 10% dovrà essere compensato tramite l'uso di acciaio a basse emissioni di carbonio prodotto nell'Unione o di e-fuels e biocarburanti. Ciò consentirà a ibridi plug-in (Phev), range extender, mild hybrid e veicoli con motore a combustione interna di continuare a svolgere un ruolo oltre il 2035, insieme ai veicoli completamente elettrici e a quelli a idrogeno. Si tratta di un piano che nasce per dare una risposta concreta alla crisi dell'automotive che sta investendo l'Europa, la Germania in particolare, dove sono stati chiusi alcuni siti storici. «Lo scorso marzo abbiamo affermato che l'industria automobilistica era a rischio di estinzione a causa del calo dei volumi e delle quote di mercato e della perdita di valore aggiunto in Europa. E ora stiamo presentando un pacchetto di misure a sostegno del nostro settore». Ha dichiarato il vicepresidente della Commissione europea, Stéphane Séjourné, nella conferenza stampa di presentazione del pacchetto di revisione delle norme sulle auto. «L'ambizione è triplice: industria, clima e l'ambizione politica di rendere la transizione un successo, soddisfacendo al contempo le aspettative dei consumatori, e questo è un elemento chiave per affrontare le sfide del settore automobilistico», ha aggiunto, ribadendo che non si tratta di un arretramento sugli obiettivi climatici. Prima del 2035, i produttori di auto potranno beneficiare di “super crediti” per le piccole auto elettriche a prezzi accessibili prodotte nell'Unione europea. Si tratta di una misura che introduce un nuovo segmento nel mercato dell'auto, con veicoli non più lunghi di 4,20 metri e con un prezzo oscillante tra i 15 e i 20 mila euro. Ma l'incentivo alla domanda non si arresta perché gli Stati dovranno garantire ricariche a costi ridotti, parcheggi agevolati, riduzione o esonero dei pedaggi. Questo incentiverà l'immissione sul mercato di più modelli di auto elettriche di piccole dimensioni e la loro diffusione. Per l'obiettivo 2030 relativo ad auto e furgoni, viene introdotta un'ulteriore flessibilità consentendo il “banking & borrowing” per il periodo 2030-2032. Questo sistema serve a ridurre la rigidità delle regole, pur mantenendo la pressione verso la decarbonizzazione. In questo modo, i produttori hanno più margine per pianificare investimenti e lanciare nuovi modelli elettrici senza rischiare sanzioni immediate. Un'ulteriore flessibilità è concessa al segmento dei furgoni, dove l'adozione dei veicoli elettrici è stata strutturalmente più difficile, con una riduzione dell'obiettivo di CO₂ per i furgoni dal 50% al 40% entro il 2030. La Commissione propone inoltre un emendamento mirato agli standard di emissione di CO₂ per i veicoli pesanti, con una flessibilità che agevola il rispetto degli obiettivi 2030. Per quanto riguarda le flotte aziendali, gli obiettivi sono fissati a livello di Stato membro per sostenere l'adozione di veicoli a zero e basse emissioni. Avere più veicoli di questo tipo sul mercato, sia nuovo che usato, porterà benefici a tutti i clienti. Poiché le auto aziendali percorrono chilometraggi annui più elevati, ciò comporterà anche maggiori riduzioni delle emissioni. Le norme sulle auto aziendali verranno applicate solo a quelle aziende con più di 200 dipendenti e un fatturato superiore ai 50 milioni di euro, senza intaccare le pmi. Inoltre, i veicoli a zero o basse emissioni e “Made in the EU” diventeranno un prerequisito per beneficiare di sostegni finanziari pubblici. Per sostenere la transizione, l'UE finanzierà con 1,8 miliardi di euro il Battery Booster volto a sostenere lo sviluppo di una catena del valore delle batterie interamente prodotta nell'UE. Nell'ambito del Battery Booster, 1,5 miliardi di euro sosterranno i produttori europei di celle tramite prestiti senza interessi. Ulteriori misure politiche mirate sosterranno gli investimenti, creeranno una catena del valore europea delle batterie e favoriranno innovazione e coordinamento tra gli Stati membri. Queste misure miglioreranno la competitività dei costi del settore, garantiranno le catene di approvvigionamento a monte e sosterranno una produzione sostenibile e resiliente nell'UE, contribuendo a ridurre i rischi derivanti dai principali attori globali. L'Automotive Omnibus ridurrà gli oneri amministrativi e i costi per i produttori europei, aumentando la loro competitività globale e liberando risorse per la decarbonizzazione. La Commissione stima che le imprese risparmieranno circa 706 milioni di euro all'anno, portando i risparmi amministrativi derivanti da tutti gli omnibus e dalle iniziative di semplificazione presentate finora dalla Commissione a circa 14,3 miliardi di euro all'anno. Tra le altre cose, si propone di ridurre il numero di atti legislativi secondari che saranno adottati nei prossimi anni e di semplificare i test per nuovi furgoni e camion. Ciò ridurrà i costi mantenendo i più elevati standard ambientali e di sicurezza. Il lancio dei furgoni elettrici nel trasporto domestico è sostenuto da misure che li pongono sullo stesso piano dei furgoni a combustione interna per quanto riguarda i tempi di riposo dei conducenti e le regole. Il pacchetto di norme rappresenta «l'equilibrio del momento» ha spiegato Séjourné: «abbiamo una traiettoria che va messa a punto. Sono possibili ancora cambiamenti che si accompagnano alla trasformazione della filiera». Come a dire che, se lo scenario geopolitico e industriale dovesse chiedere ulteriori aggiustamenti, le istituzioni europee non si tireranno indietro. Lo ha ribadito anche il commissario per il Clima, Wopke Hoekstra, secondo cui questo pacchetto «è una valutazione sul futuro tra 10 anni, ma con la tecnologia nessuno lo sa. La cosa importante è che la battaglia si gioca sull'elettrico». Intanto, grazie alla riduzione del 10% degli obiettivi al 2035, vedremo sulle strade circolare ancora il 30-35% di auto non elettriche. A stimarlo è proprio il commissario ai Trasporti, Apostolos Tzitzikostas.
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