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RIMPATRIATELI - Rackete, Salis, Lucano: la triste fine dei simboli della sinistra
10-07-2025, 07:22
La Capitana si è autoaffondata. Ma sì, concediamocela una battuta in questo cono di moralismo e di noia che avvolge il racconto della sinistra europea. Perchè ieri Carola Rackete ha lasciato l'Europarlamento. Si è dimessa. Sì, proprio lei. Un'epoca di figurine fa, mentre Greta Thunberg impazzava come anti-Trump, Carola fu innalzata come contraltare di Matteo Salvini. Questa giovane tedesca, laureata in Scienze navali, dopo un'esperienza a bordo di diverse imbarcazioni tra cui spedizioni artiche e navi da crociera, si mise al timone della Sea Watch 3, nave Ong, per aiutare i migranti irregolari a compiere la loro traversata nel Mediterraneo. Quelli dalla memoria più lunga lo ricorderanno: era il 2019, Matteo Salvini sedeva al Viminale e costei provò ad attraccare a Lampedusa, me ebbe il diniego delle autorità competenti. Lei però decise comunque di avanzare speronando una motovedetta della Guardia di Finanza. Si fece qualche giorno ai domiciliari, ma poi tutte le accuse vennero archiviate (guarda un po'). Un altro arresto in Germania vestita da pinguino per protestare contro l'abbattimento di un bosco ed era pronta per fare l'eroina di quel mondo lì, di sinistra- sinistra. Eccola dunque candidata, ed eletta, con la Linke tedesca all'Europarlamento, lo scorso anno, nel gruppo di opposizione The Left. E ora, al primo giro di boa, ha detto stop. «La mia candidatura e il mio mandato hanno sempre mirato a contribuire al rinnovamento del partito, un processo che sta procedendo con successo. Come persona attiva nei movimenti sociali, io e il mio team abbiamo discusso fin dall'inizio di come dare forma collettivamente al mandato. Questo obiettivo si concretizza ora con le mie dimissioni». Cioè, il mandato, che in teoria dovrebbe servire per proporre, dare più rilevanza e iniziative a campagne, si concretizza lasciandolo. Chi ci capisce è bravo. Ma a sinistra le astrusità verbali non sono una novità (chiedere, qui da noi, a Elly Schlein). Ha anche assicurato che il ritorno dall'Europarlamento le permetterà di concentrarsi sulla grande causa della crisi climatica. Non avrebbe potuto farlo lo stesso? Attorno a questi grandi interrogativi esistenziali finisce un'esperienza politica che è stata piuttosto incolore, al di là del sensazionalismo dell'esordio a Bruxelles e Strasburgo. Questo ci riporta anche a un'altra circostanza. Nell'afa del 2024, quando il nuovo Europarlamento si insediava, piombò sui social e nelle redazioni una fotografia. Vi comparivano, affiancati, la stessa Rackete, Mimmo Lucano e Ilaria Salis, una specie di trio fenomeni che avevano portato all'Europarlamento l'idea di una sinistra che si ribella alle regole e al «sistema». Un racconto suggestivo, finito però come il romanzo di Agatha Christie «Dieci piccoli indiani», anche se in questo caso sono tre. L'uno dopo l'altro, sono caduti e inciampati. Racket lo abbiamo visto. Mimmo Lucano, che aveva conquistato le cronache per il «modello Riace», sull'accoglienza agli immigrati impostato da sindaco del comune calabrese. Un'inchiesta sui presunti illeciti ha portato a una sua condanna definitiva per falso, con pena sospesa. Poi è scattata la legge Severino, e dunque è stato dichiarato decaduto dal ruolo di primo cittadino mentre era al quarto mandato. Ilaria Salis, invece, attende il voto dell'Europarlamento per la revoca dell'immunità, che la riconsegnerebbe all'iter giudiziario ungherese, dov'è accusata di presunta aggressione a un militante neonazista. Al di là di questo, però, anche per lei un primo anno piuttosto incolore. Oltre alle dichiarazioni di sostegno alle occupazioni abusive non si ricordano iniziative degne di nota. Alla fine, il terzetto è stato contagiato dalla «sindrome del marziano» in politica. Di solito, quelli che vengono esaltati come corpi estranei, pronti a cambiare un sistema di cui non fanno parte fanno la fine dell'extraterrestre di Ennio Flaiano: liquidati con una pernacchia.
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