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Rino Gaetano, l'omaggio della Treccani al geniale cantautore del paradosso e del nonsense
Oggi 21-08-25, 10:56
L'Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani celebra Rino Gaetano, l'erede di Fred Buscaglione che, a distanza di 75 anni dalla sua nascita, continua a essere venerato da un vasto pubblico per quel nonsense in apparenza incomprensibile e che lo ha trasformato, però, in un'autentica star della musica leggera italiana. Cantautore autodidatta, nato il 29 ottobre 1950 a Crotone ma artisticamente cresciuto nei sobborghi romani, Salvatore Antonio Gaetano - per tutti Rino - ha saputo mescolare con ironia e acume attività teatrale e sperimentazione musicale fino a diventare "un'autentica star della musica leggera italiana", come ricorda L'Enciclopedia della Musica Contemporanea, diretta da Ernesto Assante e Sandro Cappelletto, in uscita a settembre. Discendente di Fred Buscaglione, primo "cantautore proletario nel senso in cui lo intendeva Pier Paolo Pasolini", Rino Gaetano si impose nel 1975 con il 45 giri 'Ma il cielo è sempre più blu', seguito nel 1976 da 'Mio fratello è figlio unico' e nel 1977 dall'album 'Aida', dove si ritrova il segreto di quell'umorismo paradossale che lo ha reso celebre, grazie anche a surreali note di copertina in cui si faceva beffe del linguaggio delle istituzioni, della religione, della politica, del giornalismo e della burocrazia. Sempre più popolare, partecipò nel 1978 al Festival di Sanremo dove propose la più orecchiabile e disimpegnata 'Gianna' - che si classificò terza vendendo poi 600.000 copie - al posto di 'Nuntereggae più', a causa del lungo ed esplicito elenco di nomi di politici e vip dell'attualità che il cantautore nella canzone dichiarava di "non sopportare più". Con un gusto innato per il paradosso "un po' alla Carmelo Bene", Rino Gaetano venne talvolta derubricato a semplice nota dal sapore macchiettistico: Maurizio Costanzo lo presentò a Susanna Agnelli come "un cantautore che fa canzoncine ironiche, così, scherzose, scanzonate...che si dedicherà prossimamente a mettere in musica forse le Pagine Gialle perché fa degli elenchi di nomi". A prenderlo sul serio e valorizzarlo furono invece lo scrittore e critico letterario Enzo Siciliano, poi divenuto presidente della Rai, che lo volle intervistare nel 1978 nella trasmissione radiofonica 'Quadernetto romano', Gino Paoli, per il quale era "l'erede di un certo tipo di nonsense, di marinetterie, del surrealismo più antico" e Antonello Venditti a lui molto legato. L'album 'Nuntereggae più' - pubblicato il 1 settembre 1978 - fu la definitiva consacrazione di uno stile che arrivava a un pubblico di massa perché affrontava le criticità politico-sociali del momento con uno sguardo disincantato, dissacrante e leggero ma non per questo meno corrosivo. Il culto della figura di Rino Gaetano, scomparso a Roma il 2 giugno 1981 in un incidente stradale, dopo un calo durato fino agli anni Duemila, ha continuato a crescere nel tempo, facendolo apprezzare come un autore di prima grandezza: concerti tributo, mostre, materiali inediti e nuove generazioni di artisti che hanno contribuito a restituire spessore e visibilità a un cantautore dalla voce libera e inconfondibile, capace di raccontare con sarcasmo e leggerezza il paradosso di un'epoca e la complessità di un Paese, smascherandone le contraddizioni senza mai cadere nella retorica.
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