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Ruffini si dimette: "Non scendo in campo". A sinistra è tutti contro tutti
13-12-2024, 13:00
Alla fine Ernesto Maria Ruffini, con un'intervista al Corriere della Sera, ha fatto il passo indietro che molti auspicavano e si è dimesso dall'incarico di direttore dell'Agenzia delle Entrate. Un ruolo che Ruffini esercita dal 2015, grazie alla nomina di Matteo Renzi, confermata dai governi successivi (tranne che durante il Conte 1). Il passo indietro, a dire il vero, sembra più un passo avanti, ovvero la promessa di un impegno politico diretto. Il nome di Ruffini da giorni è al centro dell'interesse di un network cattolico che lavorerebbe per costruire un cespuglio moderato da affiancare al campo largo. Ispiratori dell'operazione sono Romano Prodi, che cerca di ridimensionare la voglia di egemonia degli eredi dei Ds e Goffredo Bettini, da sempre fautore di un attacco a due punte, l'alleanza tra la sinistra e i cattolici. Un disegno ambizioso, che infastidisce molti, Elly Schlein in primis, che si sente la vittima designata, ma anche Matteo Renzi, che avverte l'odore della detronizzazione e rivede avversari del passato, come la rediviva Rosi Bindi. Secondo Michele Anzaldi, esperto del ramo, essendo stato spin doctor di Francesco Rutelli, Paolo Gentiloni e Matteo Renzi: “Sbagliati i modi e i tempi della candidatura di Ruffini, evidentemente gestita con troppo pressappochismo, gettandolo nel tritacarne delle polemiche prima ancora che potesse scendere in campo”. Consapevole del passo falso, Ruffini ha anticipato le sue dimissioni (previste a fine anno), ed è corso ai ripari.
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