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Salis ha la soluzione tra ius soli-ius sanguinis: meglio l'abolizione della cittadinanza
25-08-2024, 08:00
«Ius Scholae e Ius Soli non sono punti di arrivo, tutt'al più possono essere dei passaggi. Quello che realmente conta è una battaglia di tutte e tutti per affermare una reale uguaglianza». Ilaria Salis, la neo eletta europarlamentare, ha la soluzione per superare la diatriba, che negli ultimi giorni, sta facendo discutere le varie coalizioni: ovvero abolire la cittadinanza. Lo Ius Scholae, invocato da Forza Italia e Movimento 5 Stelle, «che pur scandalizza le destri peggiori», a suo parere, è una riforma «insufficiente e rischia persino di introdurre altre discriminazioni, non tenendo conto per esempio della dispersione scolastica». Lo Ius Soli, invece, lo ritiene «una realtà concreta non nell'isola di utopia, ma addirittura negli Stati Uniti d'America». Nonostante ciò, per la paladina delle occuazioni, sarebbe «troppo poco». Ecco perché per l'attivista, diventata famosa per la sua prigionia nell'Ungheria di Orban, la politica si sta confrontando su cure palliative e non invece sulla medicina al male, in grado di garantire la risoluzione del problema stesso. La Salis, attraverso Instagram, parla della sua esperienza prima di finire nelle carceri di Budapest e dunque della sua conoscenza rispetto a una materia, su cui prevarrebbe l'approssimazione: «Quando lavoravo come maestra avevo classi quasi intere di bambini che periodicamente dovevano assentarsi per recarsi in Questura a rinnovare il permesso di soggiorno. Vi rendete conto? Un bambino di sei anni costretto ad andare in Questura, spesso all'alba e mettersi in fila per ricevere l'assurda concessione di poter stare nel Paese dove abita o dove magari è persino nato. Questo oltre a tutte le altre discriminazioni che già in tenera età sono costretti a subire». Ilaria Salis, per chiarire meglio il concetto, posta una foto di alcuni migranti a Milano: «È capitato a più riprese che alcune famiglie di richiedenti asilo fossero addirittura caricate con manganelli e lacrimogeni dalla polizia mentre si trovavano, in pieno inverno, per fare la coda al freddo e al buio per i documenti».
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