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Salvatore Fasano, fare il parrucchiere con lo spartito musicale
09-07-2024, 12:02
Roma, 9 Lug. - Salvatore Fasano è un educator per parrucchieri professionisti, con una formazione internazionale di alto livello: "Ho conseguito -spiega- le certificazioni rilasciate dalla Pivot Point Academy di Chicago, dove poi ho insegnato per quasi dieci anni, e successivamente ho ottenuto il diploma rilasciato, a Londra, da Habia, l'Ente che, riconosciuto dal Governo, stabilisce gli standard per gli acconciatori e i barbieri. Sono perciò diventato Trainer Tutor e Assessor, sono cioè abilitato per certificare le procedure per il taglio. Un'esperienza importante, la mia, che ora vorrei trasmettere nel nostro Paese, dove, in materia, non ci sono regole ancora ben codificate". Il mestiere di Fasano dunque è quello di allenare le mani dei parrucchieri: "Mi rivolgo in particolare a quei professionisti che lavorano già nel settore -sottolinea. Per loro, ho studiato un metodo che si chiama Cross Learn. Si tratta di corsI dove teoria e pratica vanno a braccetto e dove esistono vari livelli di apprendimento: si va dal corso base a quello avanzato, dal corso creativo a quello specialistico. Ma il fil rouge che li lega è appunto il fatto che insegno il modo in cui si fa un taglio non solo da un punto di vista, diciamo, esecutivo. Nel mio metodo insomma spiego come sapere leggere le fondamenta del nostro mestiere, proprio come si fa con le note su uno spartito. La mia mission è dare alla categoria la consapevolezza di sapere prima di fare". Il lavoro di Fasano dunque è un lavoro che, dopo aver offerto solide basi teoriche e pratiche, aiuta a tenersi sempre aggiornati: "La mia collezione di tagli -dice- è in continua evoluzione perché ovviamente tiene conto delle tendenze. I parrucchieri hanno bisogno anche di questo e necessitano di saper comunicare le emozioni che vogliono trasmettere. La moda deve procurare i brividi e non è sempre detto che chi ha un proprio salone sappia essere in tal senso coinvolgente. Il mio obiettivo in definitiva è quello di migliorare la qualità delle nostre attività e di rendere il nostro Paese competitivo con quelli anglosassoni, dove la cultura del taglio si fonda su scuole e certificazioni prestigiose. Perché non adeguarsi?"
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