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Scintille in tv tra magistrati, Palamara risponde a Musolino "Ora basta attacchi"
Oggi 05-11-25, 07:37
Il tempo della tolleranza, del fare buon viso a cattivo gioco, di porgere l'altra guancia sempre e comunque è definitivamente terminato. Luca Palamara, l'uomo di legge che ha squarciato il velo sulle imbarazzanti dinamiche delle varie correnti all'interno della magistratura, ha avuto un cruento scontro (verbale) con Stefano Musolino, procuratore aggiunto di Reggio Calabria e segretario di Magistratura Democratica. Durante la trasmissione Quarta Repubblica, in onda su Rete 4, si è parlato della Riforma della Giustizia. Un'autentica rivoluzione copernicana, considerata di vitale importanza per il governo di centrodestra, che, al contrario, una parte delle toghe rosse vive come un attacco all'indipendenza della magistratura. Stefano Musolino non ha usato mezzi termini nei confronti di Palamara («un condannato che prova a coinvolgere più persone nelle sue malefatte»), peraltro in sua assenza, sostenendo che «il Sistema» svelato dall'ex toga «non esiste più». Poco dopo, Palamara ha telefonato in diretta, visibilmente irritato, per rispondere colpo su colpo alle accuse. «Farmi dare del condannato da Stefano Musolino, anche no. Facciamo dire a lui se è mai stato indagato. Fa il ventriloquo di Magistratura Democratica, ma se la tenesse per lui. La doppia morale da lui anche no. Mi faccia dire agli italiani chi rappresenta Magistratura Democratica e per quali reati è stato indagato. I miei figli mi hanno chiamato per sapere se è vero che sono stato condannato, lui racconti ai suoi figli se è stato indagato o no e da chi è stato interrogato. E chi gli ha permesso di fare il magistrato. Lui deve avere il coraggio di parlare, non si deve vergognare». Evidentemente non soddisfatto, Musolino ha voluto persino rincarare la dose: «Si vede che è sofferente, ma sveliamo questo pettegolezzo di cui lui parla. Prima ancora di diventare Magistrato, sono stato indagato. Lui era Pubblico Ministero e ha chiesto l'archiviazione spero in scienza e coscienza. Se Palamara però viene considerato il vate, vuol dire che abbiamo un problema». Ieri pomeriggio abbiamo contattato telefonicamente Luca Palamara. Pur (naturalmente) infastidito dall'episodio, il più giovane presidente dell'Anm (da maggio 2008 a marzo 2012), non ha alcuna voglia di arretrare. Nemmeno di un centimetro. «Adesso basta, la ricreazione è finita. Tutti i procedimenti a mio carico sono chiusi e se qualcuno mi attacca, dovrà poi rispondere».
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