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Scuola di via Palenco, l'Anac sveglia il Comune: così si perdono tutti i fondi
Oggi 04-09-25, 11:26
Doccia fredda, anzi, gelida sul Campidoglio che giovedì scorso ha ricevuto una lunga lettera dall'Autorità nazionale anticorruzione sull'occupazione abusiva della scuola comunale di via Palenco, a Rebibbia. Quattro pagine di quesiti serrati a cui Roma Capitale dovrà rispondere entro venti giorni con una relazione dettagliata, perché ci sono oltre quattro milioni di euro fondi Pnrr stanziati per ristrutturare e riaprire la scuola, pericolante in diverse aree (come certificato nel 2020), ma i lavori finora non sono partiti. Eppure dentro l'istituto vivono da quasi un anno decine di persone, tra cui ci sarebbero anche minorenni, anche se non è chiaro se sia stato svolto un censimento. Sulla correlazione tra l'occupazione, iniziata a settembre 2024, e il mancato avvio dei lavori ha fatto chiarezza una settimana fa il presidente del Municipio IV, Massimiliano Umberti, secondo il quale il cantiere sarebbe potuto partire da un pezzo, a maggior ragione perché il termine tassativo di fine lavori - ricorda l'Anac al Comune - è il 31 marzo 2026 e il rischio è di perdere i fondi. Da quanto si apprende il ministero dell'Istruzione e del Merito ha disposto un sopralluogo in via Palenco ma intanto l'Autorità vuole dare modo al Campidoglio di spiegare come sono stati gestiti, finora, quei 4,37 milioni di euro, avvertendo che «la situazione descritta solleva molteplici profili di criticità giuridica» e riservandosi «di adottare ogni ulteriore iniziativa di competenza, ivi inclusa la segnalazione alla Procura della Repubblica e alla Procura regionale della Corte dei conti», nonché «l'esercizio dei poteri sanzionatori previsti dalla normativa vigente». A destare interrogativi sono, ad esempio, i tempi: all'Anac l'appalto per i lavori alla Palenco risulta affidato a febbraio 2024 e in base a tutte le fonti citate nella lettera (inclusa una relazione della commissione capitolina Pnrr del 7 agosto 2024) i lavori risulterebbero avviati o addirittura «in corso». Non può essere così, visto che la scuola è occupata, quindi tra i documenti richiesti al Comune ci sono eventuali denunce presentate alle autorità competenti, richieste di intervento della forza pubblica, diffide, ordinanze di sgombero e corrispondenza con Prefettura e Questura. Insomma: la dimostrazione che in questi 12 mesi il Campidoglio ha cercato di liberare la scuola per avviare il cantiere. E poi si chiede una relazione sullo stato attuale del progetto, un cronoprogramma aggiornato con la «valutazione della possibilità di completamento entro il 31 marzo 2026», oltre agli «aggiornamenti inseriti nel sistema Regis con particolare riferimento alle segnalazioni di rischio». Roma Capitale, quindi, dovrà dimostrare di aver avvisato tempestivamente le istituzioni sovraordinate, come i ministeri, «di ogni circostanza che possa compromettere il raggiungimento del target e delle milestone». Se di fronte all'occupazione di via Palenco venisse invece riscontrata l'inerzia di Palazzo Senatorio, con quattro milioni di euro in ballo, potrebbero configurarsi «violazioni procedurali di particolare gravità» fino all'ipotesi di «danno erariale», ricorda Anac. Tutte eventualità che l'Autorità di via Minghetti elenca puntualmente al Comune, ora chiamato a chiarire il proprio operato.
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