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Se Demos sconfigge Crazia
03-12-2024, 07:39
Tanto tuonò che piovve. In Francia c'è aria di crisi di governo, non riguarda il premier Barnier, che solo pochi intimi conoscono, ma piuttosto il presidente Emmanuel Macron, che traballa vistosamente barricato nel suo Eliseo. Eppure verrebbe da citare un italiano che vive in Francia come Riccardo Cocciante per dirci serenamente: «Era già tutto previsto». Non perché siamo dei fenomeni, ma perché così come in Germania, quando il Palazzo costruisce a tavolino governi e Commissioni europee distanti dal significato profondo del risultato elettorale, va a finire che vince il «Demos» e perde la «Crazia». E che i governi fanno patatrac. E non lo dice Marine Le Pen, che sarebbe scontato, lo dice Melenchon, che si era fatto infinocchiare dal presidente e aveva aderito a uno stravagante fronte democratico antifascista privo di natura politica e poi s'era ritrovato un gollista come primo ministro. Tanto valeva tenersi il giovane Attal. Il problema è che il domino Germania-Francia e la pedina fragile Spagna smascherano la medesima operazione messa in piedi in fretta e furia a Bruxelles, quando i due quasi ex leader Macron e Olaf Scholz si sono inventati «stampelle» di Ursula von der Leyen. Storia finita male come tutti sappiamo, e come Giorgia Meloni aveva preconizzato.
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