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Separazione delle carriere, secondo sì del Senato tra proteste e tensioni
Ieri 22-07-25, 17:13
Giornata densa e decisiva quella di oggi al Senato, con due importanti provvedimenti approvati a partire dalle 14.30. Il più atteso e controverso è stato senza dubbio il secondo via libera del Parlamento al disegno di legge costituzionale sulla separazione delle carriere tra magistrati inquirenti e giudicanti. Ma la riforma, pur approvata, resta ancora lontana dal traguardo finale: dovrà ora tornare alla Camera per un ulteriore passaggio, e infine di nuovo in Senato, prima di un eventuale referendum confermativo. Il disegno di legge è passato con 106 voti favorevoli, 61 contrari e 11 astensioni. Ora il provvedimento tornerà alla Camera per un ulteriore passaggio, prima di un ritorno finale in Senato e, eventualmente, del referendum. Il voto si è svolto in un clima teso, con le opposizioni che hanno protestato mostrando cartelli in Aula. Presenti tra i banchi del governo, oltre al ministro Nordio, diversi esponenti dell'esecutivo, tra cui Tajani, Santanchè, Calderoli, Bernini, Zangrillo e Ciriani. Contraria l'Associazione nazionale magistrati, che accusa la riforma di voler rendere la magistratura “addomesticata e subalterna” e annuncia battaglia fino al referendum. Favorevole invece la premier Giorgia Meloni, che ha parlato di un passo “verso un sistema giudiziario più efficiente, equo e trasparente”. Carlo Calenda si è distinto tra le opposizioni votando a favore. Nel corso della seduta si è discusso anche di misure contro i femminicidi, altro tema centrale, su cui però restano passaggi parlamentari ancora aperti.
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